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“Da Scampia a Teheran, da New York a Rangoon”, ecco i volti della fotografia

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La crisi economica, le trasformazioni globali, le rivolte sociali. Il nostro tempo narrato dalle immagini, le uniche capaci di ricostruire il mondo frammentato di cui diventano testimoni silenziosi. Una galleria con cui la macchina fotografica si sostituisce al nostro occhio pigro, 19 fotoreporte...

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La crisi economica, le trasformazioni globali, le rivolte sociali. Il nostro tempo narrato dalle immagini, le uniche capaci di ricostruire il mondo frammentato di cui diventano testimoni silenziosi.

Una galleria con cui la macchina fotografica si sostituisce al nostro occhio pigro, 19 fotoreporter emergenti e di fama internazionale che espongono le loro opere mettendoci di fronte ad uno specchio in cui il nostro destino si incrocia con quello di un minatore indiano che cammina tra la polvere di una miniera di ferro (foto di Marco Bulgarelli), o con quello dei manifestanti che attendono il rilascio di Aung San Suu Kyi in Myanmar (foto di Pietro Masturzo, il giovane napoletano vincitore del World Press Photo 2010 con al protesta delle donne sui tetti di Teheran), dei migranti afghani che a Patrasso aspettano un passaggio per l’Italia (foto di Sara Prestianni).
C’è anche il broker finanziario che fuma una sigaretta in solitario, fuori dai palazzi dove la crisi è iniziata (foto di Ashley Gilbertson), il clochard Willy che dopo essere stato sfrattato dal binario della stazione per allarmi terroristici vive dentro uno scatolone a New York, gli scontri in Madagascar di Walter Astrada, i rifiuti ammassati a Scampia, e Chang che a 12 anni è stato arruolato nell’esercito paramilitare cambogiano ( foto di Reza).

L’intenzione degli organizzatori e dei curatori della mostra fotografica è proprio quella di guidare lo spettatore nella fitta rete di interessi e cause di questa crisi che ha destabilizzato la quotidianità, non solo nostra. Andare oltre le apparenze, oltre le scarne informazioni che passano dai media tradizionali: la fotografia si fa linguaggio universale, dalle infinite potenzialità espressive e comunicative, veloci e mutevoli come il nostro presente.

Nella nuova sede di Via Giuseppe Libetta 1, Officine Fotografiche vi invita a questo vernissage collettivo, dal 21 Gennaio al 21 Febbraio. Grazie al contributo della Provincia di Roma e della rivista Loop, non mancheranno anche approfondimenti, dibattiti e incontri letterari e teatrali sul mondo del giornalismo e della fotografia. Il giorno dell’inaugurazione come ospiti ci saranno il direttore del magazine (in uscita con il nuovo numero l’11 Febbraio sul declino dell’era berlusconiana) e il presidente Nicola Zingaretti con il consigliere provinciale Peciola; il 18 Febbraio invece spazio a “Crisi dell’editoria, fotografia e citizen journalism” ,che farà il punto sul giornalismo di inchiesta e le reali possibilità di un’informazione libera e indipendente in Italia.