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10 avvertenze sul salmone da allevamento

salmone da allevamento

Per non portare i salmoni all'estinzione, viene sempre più spesso venduto salmone da allevamento. Ma sarà più sicuro di quello selvatico?

Cosa mangiamo

Il nostro ecosistema è a rischio e per questo motivo negli ultimi anni si presta molta più attenzione al cibo. La provenienza, la lavorazione e l’impatto ecologico sono parametri che ogni buon consumatore ha imparato a tenere d’occhio andando a fare la spesa. Ma non tutti i cibi venduti nei negozi elencano chiaramente sull’etichetta i vari passaggi che si fanno per la produzione e lavorazione. A tal proposito di recente alcune persone si sono poste il problema della salubrità del salmone da allevamento. Per rispettare la specie animale, la pesca del salmone selvatico è stata ridotta al minimo e si preferisce allevarlo. Ma ciò non vuol dire che il salmone da allevamento sia più sicuro e controllato. Ecco, perciò, un elenco delle 10 avvertenze sul salmone da allevamento che dovete sapere prima di andare a fare la spesa.

  1. I rifiuti organici: in alcuni allevamenti può accadere che i reflui e tutti i rifiuti organici prodotti naturalmente dai salmoni non vengano tolti dall’acqua ma li si lascia scivolare via attraverso la rete, usata per contenere e prendere i pesci. In questo modo i rifiuti possono stagnare sul fondo per molto tempo e nello stesso ambiente in cui nuotano i salmoni.
  2. Gli agenti patogeni: i salmoni vengono controllati più spesso negli allevamenti, ma è anche vero che una gran quantità di pesci che nuota in uno spazio relativamente ristretto può creare nuove mutazioni negli agenti patogeni in un tempo minore. In parole povere, nuove malattie si creano in meno tempo.
  3. Pareri degli scienziati: alcuni scienziati, analizzando la situazione del salmone da allevamento, si sono allarmati. David O. Carpenter, scienziato statunitense, ha scritto a chiare lettere in un articolo del 2004Si dovrebbe evitare il salmone di allevamento come la peste.”
  4. Il colore rosa: una delle caratteristiche principali del salmone è il colore rosa delle carni. Ma questo colore, che è forte e naturale nei salmoni selvatici, spesso viene caricato in maniera artificiale negli allevamenti. Alcuni, infatti, inseriscono del colorante rosa nel mangime dei pesci, per poter ottenere della carne più rosa.
  5. I pesticidi: la Norvegia ha ottenuto, nel 2013, il permesso di aumentare la quantità di endosulfano negli allevamenti ittici. L’endosulfano è un pesticida che, usato in quantità eccessiva, potrebbe rivelarsi tossico per l’uomo.
  6. Il mangime: ma nel cibo per i salmoni non ci sono solo pesticidi. In alcuni casi si potrebbero trovare anche tracce di carne animale – che, ovviamente, non fa parte della dieta naturale dei salmoni.
  7. Incidenti esterni: per recintare la zona dove vengono allevati i salmoni si usano delle grandi e robuste reti gettate in mare fino a toccare il fondo. Accade di tanto in tanto, però, che leoni di mare, foche e uccelli possano restare impigliati nelle reti, nel tentativo fallito di afferrare qualche salmone per loro.
  8. Mancata efficienza: di solito si pensa che un allevamento intensivo possa essere garanzia di grandi quantità con poca materia prima di base, ma non è detto che sia così. Per ottenere 1kg di carne di salmone occorrono almeno 5 pesci, il che vuol dire che non si uccide di meno.
  9. Calo dei salmoni selvatici: alcuni studi dimostrano che in prossimità di allevamenti di salmoni si trovano meno salmoni selvatici. La costante diminuzione del numero di pesci potrebbe decidere addirittura l’estinzione della specie.
  10. Da evitare per le gravidanze: in Norvegia alcuni medici hanno sconsigliato alle donne incinte di mangiare salmone da allevamento. Pare che i vari pesticidi usati nei mangimi possano risultare particolarmente tossici sia per la gestante che per il feto. La dottoressa Anne-Lise Bjorke è stata la promotrice più decisa di questo divieto, rischiando addirittura la carriera per promuovere le sue idee.

Questi, naturalmente, sono dati che sono stati raccolti in giro per il mondo e nella maggior parte dei casi si riferiscono a grandi allevamenti intensivi. Ma non è detto che valga anche per gli allevamenti di dimensioni ridotte o anche che sia la regola per tutti gli allevamenti intensivi. Nel caso, però, abbiate il dubbio sulla qualità del prodotto che state per comprare, controllate sempre l’etichetta e date un occhio soprattutto alla provenienza del salmone. Verrà specificato, infatti, se si tratta di salmone selvatico – e perciò verrà specificato in quale mare è stato pescato – o se invece è salmone da allevamento – con la localizzazione dell’allevamento in questione. Bisogna essere sempre più prudenti nel comprare gli alimenti, ma nemmeno lasciarsi prendere dal panico, perché è ancora possibile trovare cibi controllati o prodotti in piccole aziende sicure. Per quanto riguarda la vita dei salmoni si spera si possa trovare un compromesso che possa non eliminarli del tutto dal commercio ma anche non portarli all’estinzione. I salmoni selvatici, infatti, sono dichiaratamente in estinzione nell’Atlantico e sempre meno anche nel Pacifico. Bisogna salvare noi stessi e salvare il pianeta.

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