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14enne muore per emorragia dopo essere stato violentato con un bastone

Il funerale

Nelle Filippine, un 14enne, Reynald Delia Reyes, è stato violentato da un tossicodipendente di 40 anni, Raden Gonzales, che l’ha lasciato morire per strada per un’emorragia interna.

L’episodio

L'addio

Orrore nelle Filippine, dove un 14enne, Renald Delos Reyes, residente a Balsan, nella provincia di Iloilo, è morto a causa di un emorragia interna dopo essere stato violentato con un bastone. Il responsabile dell’atroce gesto è un 40enne tossicodipendente, Raden Gonzales, anche lui filippino, che avrebbe avvicinato con una scusa la sua vittima – la quale era per strada insieme ad alcuni amici – e l’avrebbe convinta a seguirlo in una zona buia e deserta, dove le ha usato violenza fino a provocarne la morte. L’assassino è poi fuggito, lasciando il ragazzino in fin di vita a terra.

E' un tossicodipendente

Il cadavere è stato trovato a tarda notte dalle autorità, avvisate dagli amici di Renald, che non lo vedevano tornare. I ragazzini hanno anche identificato Gonzales, che davanti agli inquirenti ha ammesso la violenza sessuale, ma ha affermato di non ricordare nulla dell’accaduto, in quanto era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. E’ stato trovato in possesso di shaboo, una micidiale metanfetamina molto usata nelle Filippine, e di una pistola, il che naturalmente aggrava la sua posizione. Inoltre non è ancora ben chiaro se egli abbia convinto la sua vittima a seguirlo o se l’abbia costretta. Se ciò verrà provato, l’uomo potrebbe dover rispondere anche di rapimento oltre che dei reati di violenza sessuale e omicidio.

L’orrendo caso di Peter Scully

Peggior pedofilo nelle Filippine

Nel settembre dello scorso anno è andato a processo nelle Filippine l’australiano Peter Gerard Scully, 54 anni, considerato nel Paese il peggior pedofilo della storia. Nel 2011 l’uomo era fuggito dall’Australia, dove era stato accusato di frode, ma dello stesso reato è stato accusato anche nelle Filippine, oltre che di diffusione internazionale (a pagamento) di materiale pedopornografico tramite un sito che gestiva lui stesso e di abusi e indicibili torture su minori anche fino alla morte: abusi e torture che filmava e postava su Internet. L’accusa di frode nei confronti di Scully è dovuta al fatto che egli convinceva le famiglie dei bambini ad affidarglieli, dicendo che si sarebbe preso cura di loro, nutrendoli e facendoli andare a scuola, ma era tutto un atroce inganno. Sul suo capo pendono oltre 75 capi d’imputazione: secondo le autorità, l’uomo meriterebbe la pena di morte, abolita nelle Filippine nel 1986, ma la condanna per lui non è stata ancora stabilita. Durante il processo sono stati mostrati alcuni estratti del video, intitolato Daisy’s Destruction, La distruzione di Daisy -, che mostra il crimine più tremendo compiuto da Scully: una ragazzina appesa a testa in giù mentre veniva violentata e torturata. Tra le sue carnefici anche due giovani mascherate, identificate poi come Carmen Alvarez e Liezyl Magallo, accusate di sfruttamento della prostituzione minorile. Si parla anche di una ragazzina di 11 anni strangolata e uccisa da Scully, dopo averla costretta a scavarsi la fossa da sola. Legata alla vicenda è la condanna 15 anni di prigione in Australia di un altro personaggio, Matthew David Graham, accusato a sua volta di gestire siti con materiale pedopornografico, abusi sessuali e torture sui bambini.