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27 ottobre: Roberto Benigni compie 64 anni

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Buon compleanno a Roberto Benigni, che oggi, 27 ottobre, compie 64 anni. Il celeberrimo attore, comico, regista e sceneggiatore nasce il 27 ottobre 1952 a Manciano La Misericordia, frazione di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, da genitori contadini e fin da bambino dimostra di avere...

Buon compleanno a Roberto Benigni, che oggi, 27 ottobre, compie 64 anni. Il celeberrimo attore, comico, regista e sceneggiatore nasce il 27 ottobre 1952 a Manciano La Misericordia, frazione di Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, da genitori contadini e fin da bambino dimostra di avere il carattere allegro ed espansivo che gli permetterà di fare strada.

Nel 1958 si trasferisce con i genitori e le tre sorelle maggiori a Prato – dove vive tuttora la sua famiglia d’origine – ma studia dapprima in un seminario fiorentino, che abbandonerà dopo l’alluvione del 4 novembre 1966, poi in un istituto secondario tecnico commerciale, alla fine del quale ottiene il diploma di ragioniere. Tuttavia la sua vera passione si rivela ben presto essere lo spettacolo.

Roberto Benigni inizia come cantante e musicista, ma nel dicembre 1971, non ancora ventenne, esordisce come attore al Teatro Metastasio di Prato con lo spettacolo Il re nudo di Evgenij L’vovič Švarc, diretto da Paolo Magelli.

Continuerà la carriera teatrale anche dopo essersi trasferito a Roma nell’autunno 1972 con l’attore, comico, regista e autore teatrale livornese Marco Messeri, con il quale ha modo di collaborare.

Nel 1975 fa la conoscenza del regista e sceneggiatore Giuseppe Bertolucci, fratello maggiore di Bernardo, il quale per Benigni creerà un personaggio su misura, che approderà prima in teatro e poi al cinema: quello del contadino toscano Cioni, che riprenderà l’origine contadina dell’artista. Si tratta di un personaggio satirico da una parte esuberante – come si vede anche dalla gestualità – ed irriverente a qualsiasi forma di autorità, ma dall’altra caratterizzato anche da una vena surreale e malinconico-poetica. Cioni susciterà un grande scandalo nell’opinione pubblica e farà scattare atteggiamenti censori, anche dopo che verrà riproposto anche al cinema con il film Berlinguer ti voglio bene (1977) diretto dallo stesso Giuseppe Bertolucci – con il quale collaborerà di nuovo -. Ha dunque inizio la carriera cinematografica di Roberto Benigni, che in seguito lo vedrà non solo come attore ma anche come regista. Accade nel 1983 con la commedia Tu mi turbi, della quale è famosa la scena della guardia al Milite Ignoto. Il film viene apprezzato da pubblico e critica, che però sarà piuttosto tiepida nei giudizi sulla regia. L’anno successivo è la volta del grande successo Non ci resta che piangere, scritto, diretto ed interpretato con Massimo Troisi. I critici definiscono i due protagonisti, i nuovi Totò e Peppino De Filippo e complessivamente il film incassa 15 miliardi di lire, piazzandosi nella top ten dei migliori incassi della stagione, superando altri film cult italiani e stranieri.

Tra gli Anni Settanta-Ottanta Benigni collaborerà anche con Renzo Arbore non solo a livello televisivo, ma anche cinematografico – interpreteranno due film insieme, facendo pure satira sul Papa e il Vaticano – .

Successivamente Benigni sbarcherà in America, per esempio per recitare nel film diretto da Blake Edwards nel 1993 Il figlio della Pantera Rosa, in cui interpreterà Jacques Gambrelli, il figlio dell’ispettore Clouseau, l’indimenticabile Peter Sellers.

Nel 1988 comincia una proficua collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami in quattro pellicole da lui anche prodotte per la Melampo Cinematografica, fondata nel 1991 dallo stesso Benigni e dalla moglie, l’attrice cesenate Nicoletta Braschi – sposata proprio quell’anno –. Arrivano quindi gli straordinari successi de Il piccolo diavolo, al fianco dell’attore americano Walter Matthau, Johnny Stecchino, in Benigni cui affronta con ironia il tema del pentitismo mafioso, e Il mostro, il cui riferimento è certamente al famigerato mostro di Firenze per i delitti del quale in quegli anni si celebrava il processo. Con Benigni lavora sempre anche Nicoletta Braschi.

Nel 1990, invece, l’artista sarà diretto da Federico Fellini nel film La voce della luna, tratto dal libro Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni, accanto a Paolo Villaggio. L’anno seguente reciterà nella celeberrima fiaba musicale di Sergej Prokofiev Pierino e il lupo, sotto la direzione di Claudio Abbado.

In questo periodo, fino alla metà degli Anni Novanta, rimangono celebri anche le sue numerose ospitate televisive, come Fantastico, dove inscena numerosi sketch totalmente improvvisati con Pippo Baudo, ed Il Fatto di Enzo Biagi. Tali apparizioni faranno molto discutere.

Il 1997 è l’anno della consacrazione internazionale con il film La vita è bella, che si assume il rischio di affrontare con ironia, fin dove è possibile, l’orrore della Shoah – un tema che tocca anche personalmente l’attore e regista, in quanto suo padre, Luigi Benigni, era un ex deportato – e verrà apprezzato e premiato anche in Israele – persino dalla vedova di Yitzhak Rabin, Leah -.

La pellicola, in cui la moglie del protagonista è interpretata da Nicoletta Braschi, riceve sette nomination agli Oscar del 1999, e tre statuette, consegnate da un’emozionata Sophia Loren nella notte del 21 marzo di quell’anno: la statuetta per la miglior colonna sonora a Nicola Piovani, quella per il miglior film straniero e quella per il miglior attore protagonista, lo stesso Benigni. Quest’ultimo è il quinto a vincerlo per una commedia e, insieme a Laurence Olivier, l’unico ad aver vinto tale premio in un film diretto da se stesso. E’ anche il quarto artista nella storia a ricevere in un unico anno le candidature come attore, regista e sceneggiatore, dopo Orson Welles, Woody Allen e Warren Beatty. Poco dopo il film uscirà anche un album di canzoni, tra cui la colonna sonora, la musica di Buongiorno Principessa e la semplice e struggente Quanto t’ho amato.

Al successo de La vita è bella seguono i meno fortunati Pinocchio (2001) e La tigre e la neve (2004), sulla guerra in Iraq. Roberto Benigni tornerà al cinema nel 2011 in To Rome with Love di Woody Allen, girato appunto a Roma.

E’ nota la sua passione per Dante e La Divina Commedia, da lui recitata in vari “tour” in Italia e nel mondo, ma per parlarne diffusamente dovremmo continuare ancora molto questo articolo, così pure volendo discutere sulle idee politiche dell’attore e regista, idee che di recente l’hanno anche portato ad appoggiare il presidente del Consiglio Matteo Renzi per il “Sì” al referendum costituzionale del 4 dicembre. Giorni fa, Roberto Benigni e Nicoletta Braschi sono stati tra le “eccellenze italiane” che il premier ha voluto portare con sé alla Casa Bianca, per incontrare il presidente americano uscente Barack Obama e la first lady Michelle. Nella foto, Benigni alla Festa del Cinema di Roma 2016.