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Aborto interno: come si manifesta

ABORTO INTERNO.

Che cosa si intende per "Aborto Interno"? Come si manifesta? Scopriamo insieme come si manifesta l'aborto interno e come si fa diagnosticarlo. "Aborto Interno" o "Aborto Ritenuto" è il termine medico che viene utilizzato per constatare la morte intrauterina dell'embrione senza che ci sia l'espulsi...

Che cosa si intende per “Aborto Interno”? Come si manifesta? Scopriamo insieme come si manifesta l’aborto interno e come si fa diagnosticarlo.

Aborto Interno” o “Aborto Ritenuto” è il termine medico che viene utilizzato per constatare la morte intrauterina dell’embrione senza che ci sia l’espulsione successiva del materiale ovulare. In questa situazione di aborto l’embrione rimane attaccato all’interno dell’utero ma senza vita e la sua espulsione varie anche di alcune settimane. Nel periodo che precede l’espulsione l’embrione può modificarsi riassorbendosi oppure se il lasso di tempo è più lungo c’è una situazione di disidratazione e mummificazione.

I sintomi che caratterizzano la situazione di Aborto Interno sono molteplici, ma quelli più tipici sono la mancanza della montata lattea, il ventre che non cresce, i seni regrediscono e si possono riscontrare alcune perdite vaginali scure. Altri sintomi che si possono riscontrare sono sicuramente i mancati movimenti del feto, la metrorragia e le contrazioni che sono totalmente assenti.

Per diagnosticare l’Aborto Interno serve un’ecografia che certifichi l’assenza del battito del cuore e dei movimenti fetali. Durante l’ecografia si potrebbe riscontrare l’HCG alto a causa del trofoblasto attivo ancora permanente e la presenza del sacco anembrionario e alcuni echi disorganizzati. Per diagnosticare l’Aborto Interno si può ricorrere anche al test di gravidanza che risulterò sicuramente negativo e la diagnosi di “Aborto Interno” o “Ritenuto” con due visite a distanza di 3-4 settimane l’una dall’altra da parte di uno specialista.

Le terapie da fare per l’Aborto Interno sono principalmente due:

  • SVUOTAMENTO UTERINO: questa terapia è consigliata se sono passate meno di 12 settimane di gravidanza e consiste in un piccolo intervento chirurgico dove viene raschiato o svuotato l’utero. Questo metodo è preferito da quasi tutti ginecologi per ridurre maggiormente i rischi di infezioni all’utero o altre complicazioni come ad esempio la CID (Coagulazione Intravascolare Disseminata).
  • INSERIMENTO OVULI: con questa terapia di consiglia all’interno della vagine l’inserimento di ovuli di di prostaglandine che hanno come funzione quella di portare all’espulsione dell’embrione. Questa terapia è consigliata se si superano le 12 settimane di gravidanza.