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Abuso di antibiotici in Italia: è allarme superbatteri

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Gli italiani esagerano con il  consumo di antibiotici. Nella graduatoria mondiale  all'antibiotico resistenza L'Italia si trova in terzultima posizione. Negli ultimi 10 anni, in Italia è raddoppiato il numero dei batteri resistenti ai medicinali. Siamo a una presenza di batteri antibiotico res...

Gli italiani esagerano con il consumo di antibiotici. Nella graduatoria mondiale all’antibiotico resistenza L’Italia si trova in terzultima posizione.

Negli ultimi 10 anni, in Italia è raddoppiato il numero dei batteri resistenti ai medicinali. Siamo a una presenza di batteri antibiotico resistenti dal 16% al 34%. Questo valore in crescita è l’effetto di un’assunzione smodata e sconsiderata degli antibiotici. In moltissimi casi questi medicinali vengono ingeriti anche quando non necessari, e, anche con modalità inappropriata.

Questi i dati che emergono dall’ultimo report dell’ OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità. Organizzazione che ha lanciato un allarme in merito al prolificare di questi terribili batteri che parrebbero invincibili. “Un futuro nero”, secondo l’Oms, preoccupata il futuro del nostro Paese.

Di questo passo arriveremo al prossimo decennio raggiungendo i 10milioni di decessi all’anno, contro i 700mila di adesso. Morti causati da batteri resistenti ai farmaci creati per combatterli.

Oltre alle nostre cattive abitudini in merito all’utilizzo dei farmaci, responsabile anche l’industria farmaceutica che ha smesso di investire nella ricerca.

La scoperta dell”ultima “nuova” classe innovativa di antibiotici risale al 1987. Infine le ultime nuove cinque classi di antibiotici sono state introdotte solo nel 2000. Di queste classi tanto innovative però nessuna ha le caratteristiche necessarie per combattere i batteri gram-negativi. La categoria dei gran-negativi è quella in assoluto più pericolosa, perchè mortale.

Anche il mercato è in parte responsabile poiché non contribuisce a stimolare la ricerca in questo settore. Questo perché la redditività di questi medicinali, categoria antibiotici, è nettamente inferiore rispetto alle altre categorie, come, per esempio, possono essere invece gli anti-tumorali.

E’ comunque importante tenere molto ben a mente che la prima, unica causa di questo fenomeno è la nostra cattiva abitudine di sottovalutare l’abuso di certi medicinali. Il problema più grande, la prima causa di questo allarme super batteri, resta l’uso sconsiderato di questi farmaci. Quindi dovremmo imparare a limitare il consumi di certi farmi ed a talentare, laddove sia possibile, a risolvere il problema con cure e terapia alternative, e, a volte solo con un poco di pazienza.

Nei Paesi Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il consumo medio di antibiotici, è di 20,5 dosi per ogni mille abitanti. In generale, il trend è in crescita, ma in Italia lo è molto di più. In Italia arrivano addirittura ad una media del 27,8% per ogni mille abitanti. E’ uno dei Paesi peggiori nella classifica, preceduto solo da Turchia, Grecia, Corea, Francia e Belgio.

Gli antibiotici va sottolineato, vengono ingeriti anche mangiando, proprio a tavola, attraverso la carne e il pesce: questi farmaci sono, infatti, utilizzati considerevolmente anche negli allevamenti. In questo ambito, siamo penultimi nella classifica mondiale, dietro alla Spagna.
Nella graduatoria generale dell’antibiotico-resistenza l’Italia è, dunque, posizionata piuttosto male: terzultima, preceduta da Turchia e Grecia.

Questo temuto e temibile attacco dei superbatteri, a cui siamo esposti a causa dei dati esposti precedentemente, ha anche un elevato costo: secondo l’Oms, per curare un paziente colpito dai batteri antibiotico-resistenti ci vogliono dai 10 ai 40 mila dollari.

Intanto, l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha inserito nella lista dei medicinali mutuabili un nuovo antibiotico che pare sia efficace contro i batteri invincibili, un composto di due molecole efficaci contro i gram-negativi. Qualche piccolo passo avanti, senza grandi pretese, nonostante la lentezza delle ricerche.