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Airbnb vale 3,4 miliardi e può convivere con hotel

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Quello presentato è il primo studio focalizzato sull'impatto della community di Airbnb in Italia, dopo che analisi simili erano già state realizzate per altre località come la Francia, New York, Londra, Giappone e Madrid. Un vero fenomeno che nel 2015 ha portato 3,4 miliardi (0,22% del pil) all'e...

Quello presentato è il primo studio focalizzato sull’impatto della community di Airbnb in Italia, dopo che analisi simili erano già state realizzate per altre località come la Francia, New York, Londra, Giappone e Madrid. Un vero fenomeno che nel 2015 ha portato 3,4 miliardi (0,22% del pil) all’economia italiana, supportando l’equivalente di 98.400 posti di lavoro. Un modo di viaggiare che è stato scelto da 3,6 milioni di ospiti in Italia e 1,34 milioni di residenti italiani all’estero. Un modo di dare ospitalità scelto da più di 80.ooo (quasi 20 mila solo su Roma e Milano) che hanno guadagnato in media 2.300 euro a testa all’anno condividendo il proprio alloggio per circa 24 notti.

Il ministro Dario Franceschini da subito sottolinea: “Non c’è nessun contrasto terribile o alternativa tra il sistema alberghiero tradizionale e Airbnb. Possono assolutamente convivere, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui i numeri del turismo crescono e cresceranno. Airbnb aiuta a moltiplicare le mete di attrazione e ad accogliere i turisti anche nei centri minori e nelle periferie e permette ai turisti di vivere una vacanza veramente all’italiana, che è uno dei motivi principali per cui gli stranieri ci cercano”.

L’occasione è buona anche per parlare di uno dei tasti più dolenti, la tassa di soggiorno. “E’ urgente – dice Franceschini – una revisione della tassa che deve uscire dal riferimento alle stelle degli alberghi, che sono un sistema datato e superato. Ormai valgono molto di più i giudizi dei clienti sul web. Bisogna prevedere che sia una percentuale del costo della camera, questo garantisce maggiore equità e trasparenza e uguaglianza tra le regioni”.

Secondo la ricerca, Airbnb rappresenta anche un aiuto importante per numerosi host: il reddito di molti di loro è infatti inferiore al reddito medio pro capite in Italia (22.200 euro). Gli host in Italia hanno ricavato 394 milioni durante lo scorso anno, accogliendo ospiti nelle proprie case, mentre questi ultimi – secondo Airbnb – hanno speso 2,13 miliardi presso le attività commerciali locali.

Diverse aziende sono inoltre emerse negli ultimi tempi al fine di facilitare l’accoglienza degli ospiti e la gestione dell’appartamento in affitto. Fra queste emerge Guesthero, società che si occupa della gestione completa di case vacanza per affitti a breve termine.