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Agnello con due teste nato in Sardegna, caso rarissimo

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A Macomer, in Sardegna, nella notte tra domenica e lunedì è nato un agnello con due teste, un caso rarissimo.

Un agnello con due teste è nato a Macomer, in Sardegna, nell’azienda di due fratelli, Gianfranco e Salvatore Bussu, uno dei quali ne ha dato notizia sulla sua pagina di Facebook mostrando la foto dell’animale. È un caso di policefalia, piuttosto raro e la nascita è avvenuta nella notte tra domenica e lunedì.

Uno degli uomini che ha fatto la scoperta qualche ora dopo la nascita dell’agnello, Salvatore Bossu, ha rilasciato un’intervista a L’Unione Sarda, parlando del singolare evento: “Non ho mai visto una cosa simile. Altre volte è successo di avere un agnello con un occhio solo o con una zampa in meno, ma con due teste mai. Non sappiamo neanche spiegarci cosa sia successo, noi non abbiamo una risposta.”.

L’agnello è stato soppresso, a quanto pare proprio per evitargli atroci e inutili sofferenze, così come ha spiegato Salvatore Bossu: “Non poteva sopravvivere, e io non me la sono sentita di farlo soffrire.”.

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Agnello con due teste, bicefalia o policefalia?

La policefalia è la condizione di avere più di una testa. Il termine deriva dal greco πολύ (poly-, multiplo) e κεφάλι (kephali, testa) e comprende la bicefalia (o dicefalia), la tricefalia, eccetera. Una condizione simile ma differente, nota come diprosopia, è quella di avere due volti ma una sola testa.

Da un punto di vista medico, sono tutti considerati disordini cefalici congeniti. Gli animali bicefali o tricefali sono gli unici tipi di animali con più teste presenti al mondo, e hanno la stessa origine dei gemelli siamesi. Sono infatti il risultato di una fallita separazione di gemelli monozigoti.

Anche nella mitologia si riscontrano vari casi di creature con più teste, così come nell’araldica e nella vessillologia. In questi ultimi due ambiti, il simbolo policefalo più diffuso è l’aquila bicipite, nonostante non si abbia mai avuto traccia di un simile animale. Tradizionalmente, ma non universalmente, la policefalia viene interpretata come simbolo di onniveggenza.

Un po’ di storia

L’origine della bicefalia (o, più propriamente, policefalia) è la stessa dei gemelli siamesi ed è dovuta alla mancata disgiunzione di due gemelli monozigoti nelle prime fasi della vita embrionale, avviene da sempre, e non è particolarmente collegata alle radiazioni. È stato addirittura rinvenuto il fossile di un rettile del cretacico inferiore bicefalo.

Il fenomeno ha però da sempre contribuito ad alimentare l’immaginario e fantasioso mondo interiore di Homo sapiens. Cerbero, il cane a tre teste, ad esempio, o l’Idra di Lerna erano mostri policefali della mitologia greca. Scilla fu per gelosia trasformata dalla maga Circe in un mostro a sei teste e quattro occhi. E poi c’è naturalmente Giano Bifronte dei romani, forse ispirato a un caso di disopropia, ovvero due facce ma una testa sola, come il gatto Frank e Louie.

Gli dei della mitologia indiana hanno un numero di teste nettamente superiore alla media degli altri dei: Brahma ne ha quattro, Ravana ne ha dieci, Airavata è un elefante a sette teste e così via. Poi ci sono anche i draghi a due o più teste delle mitologie nordiche e, pur non essendo una creatura leggendaria o divina, una piccola menzione la merita anche Zaphod Beeblebrox della Guida galattica per autostoppisti.