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Al Cern il nuovo esperimento: indietro nel tempo fino al Big Bang

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Tredici mila miliardi di elettronvolt. È questa la differenza di potenziale necessaria per azionare l’acceleratore di particelle più potente e prestante al mondo, il Large Hadron Collider, abbreviato in confidenza Lhc, ubicato presso il Cern di Ginevra. Ne occorre, di energia, ne occorre tantis...

Tredici mila miliardi di elettronvolt. È questa la differenza di potenziale necessaria per azionare l’acceleratore di particelle più potente e prestante al mondo, il Large Hadron Collider, abbreviato in confidenza Lhc, ubicato presso il Cern di Ginevra.

Ne occorre, di energia, ne occorre tantissima, perché quello che è iniziato pochi giorni fa è un esperimento senza veri precedenti, qualcosa che potrebbe rappresentare davvero un passaggio fondamentale nella storia della scienza moderna e, più in generale, nella storia dell’uomo. Alcuni hanno parlato di un vero e proprio viaggio nel tempo, ma non si tratta di un qualche cosa che preveda strani marchingegni in grado di catapultare qualcuno ai tempi del Medio Evo o in chissà quale epoca futura. L’esperimento consiste nella realizzazione di un ‘bombardamento’ fra particelle subatomiche a livelli energetici elevatissimi, in maniera da dare vita a un ‘brodo primordiale’ che, a tutti gli effetti, rappresenterebbe una foto dell’universo pochi istanti dopo il Big Bang. Istanti, in un ambito come questo, non sono secondi, ma milionesimi di secondo, un intervallo di tempo, insomma, che non riusciamo a contare, né a concepire se non in via astratta. Un secondo diviso un milione di volte.

A cento metri di profondità, dove è ubicata la pista della Lhc, è stata avviata la prima fase dell’esperimento, con le prime “collisioni fra ioni piombo a 5 TeV (5 miliardi di elettronvolt) per nucleone”. “Ultimata la fase di collisione fra protoni a 13 TeV, parte un nuovo ciclo con collisioni tra ioni pesanti e ioni di piombo (composti da 82 protoni e 126 neutroni)” hanno spiegato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “È tradizione” ha dichiarato il direttore generale del Cern, il dottor Rolf Heuer, “far collidere gli ioni per circa un mese ogni anno come parte del programma di ricerca di Lhc. Quest’anno, però, è speciale perché raggiungiamo una nuova energia ed esploreremo la materia a uno stadio molto precoce del nostro universo”.