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Al Teatro Valle è andata in scena nuda "La Merda"

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Ovunque tutti sbraitano dignità, rappresentanza, ma le loro menti e le loro anime sono fango e merda, e come si fa a dare dignità alla merda? Charles Bukowski Al Teatro Valle è andata in scena nuda “LA MERDA” di Ceresoli ROMA - Al teatro Valle è andato di scena “La Merda”, mon...

Ovunque tutti sbraitano dignità, rappresentanza, ma le loro menti e le loro anime sono fango e merda, e come si fa a dare dignità alla merda?

Charles Bukowski

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Al Teatro Valle è andata in scena nuda “LA MERDA” di Ceresoli
ROMA – Al teatro Valle è andato di scena “La Merda”, monologo dall’opera di Cristian Ceresoli, protagonista unica Silvia Gallerano, una ragazza nuda, occhi neri grandi ed espressivi, la bocca grande rossa, i capelli raccolti ai lati della testa. Ha ottenuto il primo posto in classifica al prestigioso Fringe Festival di Edimburgo. Ora il Teatro Valle è stato occupato, dal 7 al 11 novembre, da “La Merda”. Il pubblico era sul palco intorno alla protagonista nuda, che ha raccontato in un’ora di monologo intenso e coinvolgente, l’alienazione del Paese Italia, la questione della donna oggetto, e le incertezze dell’uomo italiano, maschilista volgare e rozzo. Sotto accusa i compromessi, i mezzi subdoli, i ricatti sessuali dell’uomo che esercita sulla donna, una donna pronta a tutto pur di fondare. Il corpo nudo della protagonista rappresenta la vulnerabilità di fronte al potere degli uomini, rappresenta l’oggetto del desiderio, da trasformare a seconda delle mode e dell’interesse del pubblico sovrano. Lo stesso pubblico sovrano che fa scempio della sua effimera sovranità dall’alto del suo potere di audience. Rappresenta i compromessi della ragazza che vuole sfondare nel mondo dello spettacolo, pronta a tutto, anche alle anteprime private nei camerini, per il collaudo iniziale, prima di darsi in pasto al pubblico pagante, e sfondare un portone già aperto da tutte le altre, contenete appunto tutta la merda.
Poi arrivano le urla, dal corpo nudo della protagonista Silvia Gallerano, come volesse rappresentare l’urlo di Munch. Il viso si trasfigura, le vene del collo si gonfiano, il corpo nudo trema, e comincia a vomitare tutto il suo disprezzo. Le urla, sono il risultato di una rabbia repressa che si trasforma in una follia alienante. Le urla della protagonista sono dirette alla mancanza di spessore, di integrità e di valori di tutto il mondo non solo dell’Italia o dell’Occidente. Sono lo sfogo contro la continua merda puzzolente di un sistema che ricicla i rifiuti.
Ma ha un lieto fine la rappresentazione teatrale dell’opera di Ceresoli, la ragazza non si ribella, urla nuda vulnerabile, tutto la sua rabbia folle e alienazione, ma alla fine non si oppone al sistema, accetta di essere utilizzata come oggetto nelle anteprime private, per poi essere del pubblico sovrano fagocitata , diventando l’ingranaggio portante di questo sistema puzzolente e merdoso, e diventandone fautrice estrema. Il gran finale arriva sulle note dell’Inno di Mameli, lo spettacolo della merda non ha deluso le attese di nessuno.

Simona Pagliarini

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