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Alfio Cardillo sulla dottoressa stuprata: "Sono pentito. Non ero io"

Alfio Cardillo

Alfio Cardillo, lo stupratore di Catania che ha sequestrato e violentato una dottoressa del Pronto soccorso, ora si dice "dispiaciuto" e pronto a pentirsi. Era forse sotto effetto di alcolici, Alfio Cardillo il bodybuilder catanese che ha violentato una dottoressa del Pronto Soccorso di una guardia...

Alfio Cardillo, lo stupratore di Catania che ha sequestrato e violentato una dottoressa del Pronto soccorso, ora si dice “dispiaciuto” e pronto a pentirsi.

Era forse sotto effetto di alcolici, Alfio Cardillo il bodybuilder catanese che ha violentato una dottoressa del Pronto Soccorso di una guardia medica nel catanese che gli aveva prestato soccorso nella notte, per un forte mal di denti. L’uomo era già arrivato ubriaco al Pronto Soccorso e non riesce a ricostruire alla perfezione ciò che sarebbe accaduto dopo che la dottoressa gli ha somministrato un antidolorifico.

Di professione falegname, ma per passione culturista, Alfio Cardillo amava i selfie e ne postava in continuazione sul suo Profilo Facebook. Il suo profilo ufficiale è stato invaso dagli insulti della gente comune, inorridita da tanta violenza gratuita a danno, fra l’altro, di una professionista, e poi successivamente chiuso.

All’uomo, pentito, concessi i domiciliari

Il gip ha riferito come l’uomo si trovi adesso in uno stato confusionale. Emergono anche inquietanti dettagli sul suo passato. Era già stato denunciato per maltrattamenti ed avevo subito un trattamento sanitario obbligatorio. Insomma, un individuo da tenere sott’occhio, dalla personalità pericolosa che, l’altra notte, in preda al delirio, ha dato il peggio di se’.

Un soggetto violento

Di quella notte, Alfio Cardillo ricorda poco, quasi nulla: “Ricordo di essere andato al Pronto Soccorso con un grande mal di denti che avevo cercato di sedare con l’alcol. La Dottoressa mi aveva aiutato a star meglio iniettandomi un antidolorifico. Quello che è accaduto dopo non è opera mia. Non ero io. Sono pentito”.

Ma l’opinione pubblica inveisce contro l’uomo ed è giustamente arrabbiata per l’ennesimo caso di stupro in poco tempo. Uomini pericolosi, alcolizzati e dalle personalità borderline che compiono gesti efferati, violenti.

La Procura di Catania imputa all’uomo violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni.

La dottoressa, tutt’ora in stato di shock, si è costituita parte lesa. L’uomo probabilmente sconterà la sua pena ai domiciliari. Ma ci siamo mai chiesti se una pena simile sia bilanciata col trauma indelebile arrecato alla donna oggetto di violenza? Forse pene poco aspre non fungono da deterrente per atti osceni e lesivi della figura della donna oltre che oltraggiosi per il suo corpo? Il dibattito è aperto ed ovviamente vivace.

La dottoressa, dopo ore di violenze, è stata salvata da dei vicini di casa che l’hanno sentita gridare. Un incubo iniziato con l’aggressione e poi la premeditata disattivazione di telefono ed allarme. Un uomo violento, già accusato in passato di maltrattamenti in famiglia che torna ad agire con efferatezza apparentemente senza una ragione, rivoltandosi contro una figura oggettivamente rassicurante. E salgono, di giorno in giorno, i casi di uomini che sottomettono altre donne, con la forza.