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Alitalia: vendita o liquidazione, ora è impossibile la ricapitalizzazione

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La situazione di Alitalia è alquanto complicata. Richiesta la vendita oppure la liquidazione. Intervengono in merito anche i Sindacati. Critici i 5 Stelle

Alitalia, compagnia di bandiera italiana, che sino a qualche decennio fa dava lustro al nostro paese, presentata come un fiore all’occhiello, da qualche tempo naviga in acque davvero poco tranquille. Tra agitazioni, scioperi e cancellazione dei voli, l’azienda italiana paga anche una situazione che si è creata e certamente non è positiva.

Così è uscita una nota della società che spiega come abbia “deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse. A seguito dell’esito negativo delle consultazione referendaria, il programa e l’operatività dei voli Alitalia non subiranno per ora modifiche“.

Insomma una situazione alquanto fumosa con un futuro che non appare certamente roseo. Ecco che è intervenuto anche il ministro Calenda che non è stato molto tenero, affermando, senza mezzi termini che “o si vende o Alitalia sarà messa in liquidazione”.

Naturalmente sono intevenuti alcune persone operanti all’interno di Alitalia come steward, hostess e il personale operante all’aeroporto di Fiumicino in Roma spiegando che l’esito del referendum effettuato non sia affatto una novità. Nel commento da loro effettuato, hanno spiega che: “purtroppo da molto tempo la testa e il braccio operativo sono scollegati tra di loro. E questo è uno dei motivi per il quale ci troviamo in una situazione del genere”.

I lavoratori hanno proseguito dicendo: “è stata una scelta alquanto rischiosa il No al preaccordo al Piano di Salvataggio. Ora però occorre voltare pagina sperando di poter scrivere una pagina nuova che ci permetta di sopravvivere e proseguire a portare avanti Alitalia”.

“Avviare la nomina di un commissario” è stata però la richiesta effettuata dal presidente Alitalia Luca Cordero di Montezemolo, fatta direttamente al presidente dell’Enac Vittorio Riggio, dopo aver parlato con il Consiglio di Amministrazione della stessa società nazionale. La notizia è scaturita dopo aver letto una nota direttamente scritta dall’Enac nella quale: “L’ente di Navigazione civile ha preso atto che, al momento, esistonole condizioni per il manenimento della piena operatività di Alitalia, su cui l’Ente continuerà a mantenere la propria vigilanza instituzionale in base alla normativa eutopea vigente”.

La situazione Alitalia ha portato a parlare anche al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che ha spiegato come: “Un breve periodo di amministrazione straordinaria appare la situazione migliore con la speranza che si possa concludere entro i prossimi sei mesi oppure con una vendita totale o anche parziale degli asset di Alitalia o ancora con la sua liquidazione. Ancora non si vedono all’orizzonte società interessate a rilevarla. A questo punto parleremo e negozieremo con l’Unione Europea una forma di prestito come aiuto pubblico”.

Ma si potrà nazionalizzare Alitalia? “Assolutamente no” è quanto ha affermato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha proseguito: “Abbiamo cercato di ottenere il massimo in queste attuali condizioni. Alitalia è un’azienda privata e ora dobbiamo attendere la decisione degli azionisti. Dopo di che saremo pornti ad appplicare la legge prevista”. Quest’ultima servirà per tutelare i lavoratori grazie agli ammortizzatori.

Nel caos Alitalia non poteva non mancare anche l’intervento della sindaca di Roma Virginia Raggi: “Attendiamo la nomina del commissario, siamo vicini a ogni lavoratore di questa nostra società. Aspettiamo anche il deposito di un piano industriale in attesa di capire quali intenzioni abbia il Gomerno in merito alla situazione che si è venuta a creare. Il Lavoro, come abbiamo sempre detto, va tutelato. Non è una frase fatta ma è scritta nella stessa Costituzione”.

Un portavoce dell’Unione Europea ha quindi spiegato che: “La Commissione dell’Unione Europea non ha ricevuto ancora alcuna notifica di misure a sostegno del gruppo Alitalia. Uno stato membro può intervenire per cercare di favorire una società alle condizioni del mercato”.

Il segretario generale della UIL Carmelo Barbagallo, durante la minifestazione per il 25 aprile, mentre si trovava a Milano, è intervenuto sull’argomento: “Non possiamo perdere un’azienda come Alitalia, un’azienda italiana. Dobbiamo cercare di fare il possibile per provare almeno a salvarla. Ogni strada, anche la più impervia, va percorsa pur di non rischiare di perdere Alitalia. Purtroppo a rimmetterci sono sempre i lavoratori, in termine di lavoro e conseguentemente anche di salario. Al momento abbiamo firmato un pre accordo che certamente era il massimo che potessimo, allo stato attuale, ottenere. I lavoratori però si sono espressi in mnaiera contraria a questa situazione. Personalemente credo che occorra salvare un’azienda per la quale lavorano circa 20.000 famiglie”. Il segretario ha quindi concluso spiegando che: “A questo punto chiederò un incontro al Governo, dopo di che vedremo quello che deciderà l’azienda stessa”.

Susanna Camusso, segretaria della CIGL, si è espressa invece in questi termini: “Occorre un piano industriale che sia credibile. Da questo si può ripartire. Serve l’intervento del Governo stesso, delle banche che possano sostenerlo tramite l’ingresso della Cassa depositi e prestiti. Va riaperta la discussione sul piano industriale, bocciato dai lavoratori e che ha avuto ben tre ristruttirazioni sucessive fallimentari. Alla fine paghiamo privatizzazioni sbagliate, per come sono state fatte in Italia. Purtroppo l’amministrazione straordinaria è pari alla perdita di un’azienda che dava lustro al nostro Paese. Un patrimonio che dobbiamo invece difendere e cercare di mantenere; però, ripeto, occorre un poano industriale maggiormente credibile”.

Infine il Movimento Cinque Stelle con Luigi Di Maio che interviene direttamente con un commento su Twitter criticando sia la segretaria Camusso che i sindacati “Come al solito i sindacati” che fa seguito ad un commento del parlamentare grillino Michele Dell’Orco che scrive: “Camusso prima invita a votare SI e poi dopo la vittoria dei NO dice che “Serve un piano industriale credibile”. “Suo sindacato patetico du Alitalia”.