A causa della situazione in atto in Toscana e dell’aumentare del numero e della gravità degli incendi, il governatore della Regione Enrico Rossi ha ritenuto indispensabile procedere alla dichiarazione di stato d’emergenza regionale. La giunta regionale valuterà nell’immediato le azioni necessarie da prendere per andare incontro alle criticità. Valuterà inoltre se richiedere l’eventuale dichiarazione dello stato d’emergenza nazionale.
Dal primo gennaio 2017 a oggi si sono dovute affrontare quasi mille richieste di intervento della flotta nazionale per lo spegnimento di incendi. Si tratta di un record assoluto, mai eguagliato negli ultimi dieci anni. Tale affermazione è giunta direttamente dal capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, nel corso di un’audizione in commissione Territorio e Ambiente al Senato. Solo nella settimana dal 10 al 17 luglio, ha aggiunto Curcio, sono state ricevuto 325 richieste di intervento. Fino al 9 luglio le richieste erano state 630.
Solo qualche giorno fa, nella zona di Castiglione della Pescaia sono stati bruciati quasi nove ettari di superficie verde, secondo i dati ufficiali comunicati dai vigili del fuoco. Nella zona di Vinci sono stati quattro i principi di incendio scatenati nel bosco e nel sottobosco. Anche in quel caso si sospetta la natura dolosa dell’azione. Questi sono solo due dei casi che nell’ultimo periodo si sono verificati nella sola regione Toscana.
Allarme incendi: i roghi sono spesso di natura dolosa, appiccati da piromani
Spesso, dunque, gli incendi sono di natura dolosa. Un piromane in senso clinico non ha generalmente altri sintomi tranne la fissazione per il fuoco. Questi soggetti mostrano sovente comportamenti che oscillano fra la tristezza e la solitudine fino alla rabbia. Proprio quest’ultima sarebbe la causa scatenante che potrebbe portare alla volontà di accendere di incendi come valvola di sfogo.
Per avere una diagnosi in tale senso, si devono avere almeno due casi di incendio appiccato in maniera internazionale. Di solito il piromane prova tensione o eccitazione prima dell’azione in sé. Poi avverte un senso di gratificazione o di sollievo dopo l’azione stessa. Il malato, quindi, agirebbe per il proprio bene, senza altra motivazione. In qualche caso si tratta solo del piacere di vedere le conseguenze delle proprie azioni sulle altre persone, ovvero i comportamenti necessari per estinguere gli incendi scatenati.