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Parla l'amica del cuore di Noemi: "Aveva paura di lasciarlo"

Noemi

Leila, amica del cuore della 16enne Noemi, uccisa dal suo fidanzato, parla della sua amica e della storia tormentata con il fidanzato violento.

L’omicidio di Noemi

E’ probabilmente la notizia più triste, cruda e sconvolgente di questi giorni. Noemi Durini, 16 anni, è stata uccisa dal suo fidanzato, Lucio Marzo, che fino alla fine ha negato e nascosto il cadavere. Ma chi era vicino alla ragazza può testimoniare sulle violenze che la povera Noemi aveva già subito in passato da parte del suo ragazzo. Dopo la tragedia e dopo il ritrovamento del corpo, Leila, la migliore amica di Noemi, ha preso il coraggio a due mani e, nonostante le molte lacrime, ha deciso di parlare della sua amica che non c’è più. “Lei lo amava, cento volte mi ha detto che voleva lasciarlo ma non ci riusciva. Aveva paura e aveva questo sentimento che non la faceva ragionare.” sono le parole che meglio possono riassumere nel complesso l’amore tormentato e violento di Noemi per Lucio.

Le parole di Leila

Leila confessa di aver sentito dire spesso alla sua amica di voler lasciare il fidanzato. “E aveva ragione: una volta le ha riempito la faccia di lividi solo perché aveva guardato una moto. Una moto, capisci?. Lei amava le moto, ma lui era convinto che avesse guardato il ragazzo che c’era sopra. Lei manco lo aveva visto quello.” Solo un piccolo esempio della violenza gratuita che Noemi era costretta a subire quasi quotidianamente da Lucio. Leila racconta ancora la sua amicizia con Noemi: ” Era una ragazza solare, piena di vita. Aveva sempre il sorriso e quando doveva sfogarsi veniva da me. Una volta, ero a casa, lei è arrivata senza dirmi nulla. E appena è entrata mi ha detto: ‘Leila abbracciami’. Aveva bisogno di affetto, tanto affetto. E poi Noemi era forte, tanto forte. Solo con lui era debole.

Confusa dall’amore

Secondo quanto racconta Leila, Noemi aveva capito che Lucio era una persona violenta e pericolosa, ma era ancora troppo innamorata di lui e per questo non aveva mai la forza sufficiente per lasciarlo. Un amore talmente forte che la rendeva irragionevole e che le faceva difendere quella strana relazione fino alla fine. “Ha litigato con il padre. E lo ha fatto per il suo ragazzo.” afferma ancora Leila, confermando quanto la loro storia sia sempre stata complicata e che l’azione finale di Lucio avrebbe potuto manifestarsi in qualsiasi momento. Un uomo violento che ha fra le mani una donna innamorata di lui può trasformarsi in un omicida sempre. Dalla morte di Noemi sono tornate le campagne contro la violenza sulle donne: delle campagne che, in realtà, non dovrebbero fermarsi mai, ma che si affievoliscono quando vengono a mancare gli esempi lampanti di quanto siano necessarie. Bisognerebbe smettere di aspettare qualche martire prima di parlare di violenza sulle donne. Essere picchiata dal proprio uomo per Noemi – e per molte altre donne – è quotidianità. Deve passare il concetto che la violenza sulle donne va eliminata alla radice e non solo quando la donna arriva allo stremo o, peggio ancora, ci rimette la vita.