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Anche in Italia la Banca dei terreni incolti

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I campi lasciati incolti sono una risorsa preziosa contro la disoccupazione e il dissesto idrogeologico. Anche l’Italia comincia a capirlo. La prima ad attivarsi con un’iniziativa concreta è la Regione Toscana, che ha lanciato la “Banca della Terra”. Il progetto, per ora pilota, consist...

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I campi lasciati incolti sono una risorsa preziosa contro la disoccupazione e il dissesto idrogeologico. Anche l’Italia comincia a capirlo. La prima ad attivarsi con un’iniziativa concreta è la Regione Toscana, che ha lanciato la “Banca della Terra”. Il progetto, per ora pilota, consiste nel censire i campi incolti, pubblici e privati, e metterli a disposizione, a canoni concordati e con sussidi, ai tanti agricoltori che non possiedono terreni da coltivare. Anche la Liguria sta mettendo a punto un’iniziativa simile.

Del resto, la terra non manca. Basti pensare che l’Alto Adige ha calcolato di avere sul suo territorio 30 mila ettari dedicati alla coltura intensiva e 100 mila abbandonati. In contemporanea, a Milano è nato il portale www.terraXchange.it, per mettere in contatto i contadini urbani (e non) con i proprietari di campi incolti. Anche la LegaCoop si è mossa e ha iniziato a promuovere una banca della terra tra i suoi associati.