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Napoli: arrestati imprenditori Cesaro, fratelli del deputato

Cesaro

La Dda di Napoli ha arrestato Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del deputato Luigi. A Marano infiltrazioni mafiose nel piano di insediamento produttivo.

L’infiltrazione mafiosa

La Direzione Distrettuale Antimafia stamattina ha arrestato cinque persone a Marano (NA). L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli arrestati, infatti, pare fossero il tramite del clan Polverino nel piano di insediamento produttivo intrapreso dal comune. Un investimento notevole, di ben 40 milioni di euro. Un’opportunità più che ghiotta per il clan di riciclare soldi. Fra i nomi dei cinque arrestati, però, ne spiccano due in particolare per la loro importanza: Aniello e Raffaele Cesaro.

I fratelli Cesaro

I due imprenditori, infatti, sono fratelli del deputato di Forza Italia Luigi Cesaro. I tre fratelli avevano già avuto a che fare con la giustizia: nel 2014 vennero portati in tribunale dalla Procura, insieme ad altri ex amministratori di Lusciano (CE). Andiamo con ordine: nel comune di Lusciano andavano fatte delle strutture nell’area di insediamento produttivo (Pip). Già in quell’occasione Aniello e Raffaele si trovavano con le mani in pasta e vennero accusati di concorso esterno in associazione camorristica e turbativa d’asta. Stesso luogo stessa storia: Aniello e Raffaele vennero anche indagati (e stavolta prosciolti) per turbativa d’asta quando si trattava di realizzare un centro sportivo sempre a Lusciano. Infine nel processo che vide coinvolto anche Luigi, il terzo fratello deputato, solo quest’ultimo ne uscì illeso ottenendo l’archiviazione del caso.

Il caso di Marano

Ora Aniello e Raffaele Cesaro si ritrovano ancora sotto accusa per legami con associazioni camorristiche. Sono accusati anche di riciclaggio, minaccia, falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale per finalità mafiose. Il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri sta indagando a tappeto nell’area nord occidentale di Napoli e stanno anche già agendo in maniera incisiva. Un sequestro dei Carabinieri sta rilevando beni immobili, partecipazioni societarie e rapporti finanziari: valore totale di 70 milioni di euro. Secondo quanto rivelato dalla Procura, i fratelli Cesaro perpetravano intimidazioni mafiose e riciclavano i soldi sporchi del clan all’interno della grande operazione di insediamento produttivo di Marano.

Tempesta su Cesaro

I due fratelli, Aniello e Raffaele, sono perciò caduti di nuovo in un lungo processo giudiziario che li vede legati alla camorra. E’ inevitabile trascinare con loro anche il terzo fratello, il deputato Luigi; non perché anche lui sia coinvolto in questo caso (non stavolta, almeno fin’ora), ma perché il suo nome è già legato ad altri incidenti, grandi e piccoli, del passato. Uno per tutti il caso di concorso esterno di associazione mafiosa nel comune di Lusciano di cui si parlava prima. In quell’occasione si ritrovò in compagnia non solo dei suoi fratelli ma anche di Nicola Cosentino, altro deputato di Forza Italia, attualmente condannato a 5 anni per reimpiego di capitali illeciti. Incidente stupido, invece, quello del 2012: all’epoca Presidente della Provincia di Napoli, si trovava affiancato da Caldoro e aveva il compito di leggere un discorso davanti alle telecamere delle Nazioni unite. Sarà stata l’emozione, ma il discorso è risultato incomprensibile, aumentato non solo la satira su di lui ma anche la sfiducia verso alcuni politici, incapaci di compiere anche le azioni più semplici.

Inutile sottolineare che stavolta si tratta di qualcosa ben più grave di un discorso letto male. Quando è da poco passato l’anniversario della strage di Capaci e tutti hanno speso parole intense per il ricordo di Falcone e Borsellino, si spera si possa debellare facilmente quest’ennesimo piccolo caso di camorra legato alla politica. (Per altre notizie sulla malavita a Napoli vedi “Napoli, traffico di droga: 21 ordinanze di custodia cautelare, sequestrata tonnellata di droga“)