> > Arresti Bagheria oggi: blitz dei carabinieri e dell'antimafia

Arresti Bagheria oggi: blitz dei carabinieri e dell'antimafia

Arresti Bagheria oggi

Arresti Bagheria oggi: una nuova ondata di blitz condotti dall'antimafia dei carabinieri investe i clan mafiosi locali della zona del palermitano.

Arresti Bagheria oggi: una nuova ondata di blitz della sezione antimafia dei carabinieri mette in ginocchio le cosce palermitane. Nella giornata di oggi i militari dell’Arma di Palermo hanno condotto in arresto 16 persone. Erano tutti appartenenti alle cosche mafiose della zona di Bagheria. Le accuse per gli arrestati vanno dalla estorsione aggravata dal metodo mafioso fino al reato di associazione mafiosa. Su alcuni di loro pende l’accusa di tentato omicidio.

Arresti Bagheria oggi

Tra i 16 arrestati di oggi, c’è un esponente di spicco della galassia mafiosa: il boss Pino Scaduto. Il boss era già stato oggetto di arresto nel 2008, durante l’operazione Perseo. Era uscito dal carcere solo l’Aprile scorso. In questi mesi avrebbe tentato di riprendere il controllo della cosca di Bagheria, allargando il giro dei propri affiliati. L’aumento degli affiliati ha portato conseguentemente un aumento dei reati di estorsione alla imprese locali. I carabinieri del nucleo antimafia di Palermo hanno così iniziato a nuove indagini che li hanno portati all’operazione Nuova Alba. Le indagini hanno confermato ancora una volta la capacità di autorigenerazione del meccanismo mafioso. Il mandamento di Bagheria infatti avrebbe rapidamente sostituito gli affiliati arrestati con nuove leve mantenendo sempre uno stretto controllo territoriale. L’immediato rimpiazzo è il meccanismo stesso di rigenerazione del mandamento mafioso. Una dimostrazione del radicamento stesso delle cosche sul territorio.

Pino Scaduto avrebbe tentato, secondo gli inquirenti, di ritornare alla sua posizione di potere nel mandamento di Bagheria. L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss Scaduto e dei suoi affiliati sarebbe stato emesso dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Sezione Antimafia.

L’ondata di arresti avrebbe poi investito anche gli affiliati di un’altra cosca della zona del palermitano, la famiglia Altavilla Milicia. Anche per loro è scattato l’arresto, con le accuse di minaccia ed estorsione. L’operazione oggi condotta è un ulteriore tassello (insieme alle indagini del 2013 e del 2014) atto a descrivere la galassia mafiosa nel palermitano e i meccanismi di potere e di equilibrio che la regolano. Tra le indagini vi sono le ricostruzioni dei giri d’affari delle cosche e le ascese al potere dei nuovi boss.

Un aspetto inquietante

Dalle indagini dell’antimafia palermitana, sarebbe inoltre emerso un inquietante particolare. Infatti il boss avrebbe decretato la condanna a morte del fidanzato della figlia. Il motivo di una così folle sentenza? Il fidanzato della giovane è un giovane maresciallo dei carabinieri (uno sbirro nel gergo). Nell’ottica mafiosa un affronto imperdonabile, punibile con la morte. L’esecutore del feroce atto avrebbe dovuto essere il fratello della giovane. Il 30enne palermitano si è però rifiutato di compire questo gesto atroce. Alla fedeltà familiare ha preferito la dignità umana. Dignità, frutto della consapevolezza che da certi atti non c’è più via di ritorno. Il giovane avrebbe detto di non volersi bruciare la vita per il padre.