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Artisti sotto le due torri: la memoria visiva di Matilde Soligno

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Artisti sotto le due torri: la memoria visiva di Matilde Soligno

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Per la consueta rubrica Artisti sotto le due torri, Bologna Magazine presenta Matilde Soligno, fotografa bolognese che vanta una personale alla galleria Ennagon di New York.

Matilde Soligno è nata el 1980 a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione per poi conseguire un Master in Fotografia scenica presso lo IED di Milano. Nel 2010, il suo lavoro è stato selezionato per partecipare al Festival International de l’Image Environnementale (FIIE) di Parigi. Il prossimo novembre farà parte della mostra Lens Based Art Show all’Osservatorio Gualino di Torino.

La mia ricerca artistica – ci spiega Matilde – si concentra principalmente sulla soggettività della percezione del tempo e della memoria visiva. Il mio primo lavoro, Archaiologia, è un’investigazione di spazi in cui passato e presente in qualche modo coesistono, in cui si avverte la presenza di eventi accaduti anche molto tempo prima. In tal senso, i diversi ambienti nelle immagini sono siti archeologici, per i quali chi guarda è spinto a costruire una possibile narrazione attraverso l’osservazione di ciò che ne rimane”.

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Le foto che vedete in questa pagina fanno parte del progetto I Remember You Well, una serie di ritratti intesi come simulacro del ricordo. “Reaching the Distance 1 e 2 sono ritratti femninili che focalzzano l’attenzione sulla vicinanza tra osservatore e osservato che, spinta al suo estremo, porta alla luce sentimenti contraddittori, analoghi a quelli provati in un rapporto d’amore, sia esso romantico o parentale: nella criticità della dimensione intima alla fascinazione si somma il disagio, e all’indiscrezione la complicità”.

Matilde Soligno è alla ricerca di residenze artistiche di qualità, in Italia o all’estero, che finanzino la realizzazione del suo progetto. In questo momento sta lavorando alla realizzazione di un’installazione per Reaching the Distance che prevede per ogni immagine un ambiente sonoro e l’inserimento in un ambiente dedicato. Per fare questo, ho bisogno di collaborazioni e fondi, di cui sono appunto alla ricerca. Nel frattempo, continuo a sviluppare il progetto scattando nuovi ritratti, e facendo ricerca per quanto riguarda la parte sonora e installativa: anche la ricerca entra a far parte ed è propulsore del processo creativo.

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Luigia Bencivenga