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Autismo e i tre alunni esclusi dalla gita

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Come molti sanno, l'autismo è un tipo di disturbo neuropsicologico che va ad intaccare l'ambito relazionale e linguistico di chi ne è affetto. Non compromette minimamente le capacità cognitive. L'autismo poi si presenta in modo diverso da soggetto a soggetto, e ha anche diverse "gradazioni". ...

Come molti sanno, l’autismo è un tipo di disturbo neuropsicologico che va ad intaccare l’ambito relazionale e linguistico di chi ne è affetto. Non compromette minimamente le capacità cognitive.
L’autismo poi si presenta in modo diverso da soggetto a soggetto, e ha anche diverse “gradazioni”.

A partire dall’infanzia si adottano una serie di terapie farmacologiche e psicologiche atte a rendere il soggetto autistico capace di vivere una vita il più possibile normale. In casi di autismo non grave, con molti sforzi e tanti sacrifici, si riesce ad ottenere tale scopo. Nella scuola ovviamente i bambini vengono seguiti da insegnanti di sostegno che cercano, però, di rendere le relazioni coi compagni più facili.

Fin qui ci siamo. Capitano però alcune cose un po’ spiacevoli. E’ vero che in alcuni casi ci sono alcuni “incidenti di percorso” che rendono difficile l’inserimento completo del bambino nel gruppo classe ma è impensabile pensare che l’esclusione sia portata avanti proprio da chi dovrebbe avere il ruolo opposto. La scuola appunto.
E’ accaduto a Livorno, Isernia e Legnano. Organizzata le gite scolastiche, alcuni alunni affetti da autismo sono stati “esclusi” – in maniera diretta o indiretta – dalle gite. Nel caso di Legnano, una bambina non parteciperà perché nessuna delle compagne voleva che dividere la camera con lei (esclusione indiretta). Negli altri due casi, Livorno e Isernia, i bambini sono stati lasciati in classe con l’insegnante di sostegno mentre i compagni erano impegnati in visite turistiche nei dintorni.

I genitori dei tre bambini hanno iniziato una sorta di “rivoluzione” e a rispondere è stata proprio la Ministra dell’Istruzione Giannini che si è detta colpita e sdegnata da ciò che è accaduto in queste scuole.
La scuola deve essere luogo di inclusione, ha detto. Anche perché è proprio in questo “micromondo” che i bambini devono imparare a comportarsi e ad agire. E se proprio qui si insegna a discriminare e a differenziare, cosa dobbiamo aspettarci da questi futuri cittadini?

La ministra ha concluso il suo intervento sulla questione dichiarando quanto segue:
Dobbiamo fare di più: nei prossimi giorni convocherò un incontro al Ministero con i rappresentanti degli uffici Scolastici di tutta Italia per condividere modelli e strategie di prevenzione di episodi come quelli di questi giorni. Perché non accada mai più, perché la scuola non lasci nessuno indietro.