> > Uccise automobilista con un Suv: condannato a 7 anni e mezzo

Uccise automobilista con un Suv: condannato a 7 anni e mezzo

SUV

Il giovane che il 30 Aprile scorso aveva investito con il suv un automobilista in viale Monza, Milano è stato condannato a 7 anni e 6 mesi.

La prima cosa che ti spiegano a scuola guida è che l’auto è un’arma. Non importa la grandezza del mezzo in questione: le auto e simili sono a tutti gli effetti armi. Che sia una utilitaria, o una macchina sportiva o un SUV non importa: il pericolo che ciascuno potenzialmente può rappresentare per il pedone è invariabilmente alto.

La patente certifica che siamo capaci di gestire un simile strumento. Più è grande il mezzo poi, maggiore la responsabilità che decidiamo di prendere. Maggiori anche i pericoli a cui sottoponiamo gli altri e noi stessi.

Il SUV: arma del delitto

Non deve averne tenuto conto il 33enne Franko della Torre, milanese, che il 30 Aprile scorso, a bordo del SUV della moglie, ha investito un altro veicolo appartenente al 57enne Livio Chiericati. Il giovane dopo l’incidente stradale si è dato alla fuga, mentre la vittima dell’incidente è stata lasciata sul posto priva di aiuti. Morirà in ospedale poco dopo.

Per il pirata della strada pendeva l’accusa di reato stradale, aggravato dalla fuga. Gli sono stati inferti 7 anni e 6 mesi di reclusione dal gup di Milano, dottoressa Natalia Imarisio. Il pm Francesco Cajani, invece aveva chiesto 10 anni di reclusione per il giovane pirata della strada.

L’incidente

L’incidente era avvenuto prima dell’inizio della scorsa estate all’altezza di viale Monza, vicina alla fermata della metro di Rovereto. Il giovane correva nella strada cittadina a una velocità di circa 110 km/h. Non ha fatto in tempo a frenare al rosso del semaforo, quando l’auto del 57enne stava attraversando l’incrocio. L’impatto è stato inevitabilmente violento: l’auto è stata addirittura ribaltata e spinta sul viale opposto (viale Puglia). Il giovane, dopo l’impatto è fuggito a piedi, lasciando l’anziano agonizzante sull’asfalto, morto poco dopo in ospedale per le gravi ferite riportate nell’incidente.

Dopo l’incidente il giovane della Torre è stato fermato dagli uomini delle forze dei carabinieri. Era stato facilmente individuato poiché nella fuga dal luogo del misfatto, aveva dimenticato sul mezzo della consorte i propri documenti.

Il 33enne era già noto alla giustizia per via di alcuni precedenti che lo vedevano protagonista di reati contro il patrimonio pubblico. Inutili i tentativi contrastanti e fantasiosi raccontati alle forze dell’ordine nel tentativo di scagionarsi: prima ha riferito di aver avuto un colpo di sonno. Poi ha raccontato di essere stato vittima di una rapina, ma non aver sporto denuncia.

Nel frattempo il giovane 33enne condannato è stato trasferito al carcere di San Vittore, dove sconterà per intero la pena datagli dalla giustizia. La pena inflittagli è di 7 anni e 6 mesi.

Il giudice si augura che la misura restrittiva possa avere una valenza rieducativa per l’imputato, e che la condanna sia d’altra parte “coerente rispetto al peso del fatto, alla violenza omicida, all’egoismo che fugge e condanna a morte certa.”