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Balla la macarena per strada: arrestato ragazzino 14enne

Macarena

A Jeddah, in Arabia Saudita, un adolescente balla la Macarena per strada e viene subito arrestato e interrogato per comportamenti pubblici impropri

Succede in Arabia Saudita. Un ragazzino, appena 14enne, viene arrestato dopo aver pubblicato un video in cui balla la Macarena (popolare canzone, hit tormentone degli anni ’90), al semaforo che gestisce uno dei più grandi incroci della città di Jeddah.
Nella clip di 45 secondi, si vede il ragazzo ballare in mezzo al traffico. Si è ipotizzato che il video sia stato pubblicato per la prima volta nel luglio 2016. Sembra che il video, pubblicato dall’account del ragazzo su Twitter, sia diventato poi virale, fino ad arrivare al Procuratore Pubblico.

A darne la sconcertante notizia è l’emittente televisiva BBC. Sembra che l’adolescente sia stato interrogato dopo essere stato accusato di “comportamenti pubblici impropri“. Non si conosce ancora quale sarà il suo (comunque doloroso) destino.

Non esiste, in Arabia Saudita, un sistema legislativo pienamente codificato. Quindi, i funzionari e i giudici hanno un margine molto ampio di discrezionalità nell’arresto e nelle pene da infliggere. Soprattutto se si tratta di minorenni.

Limitazione della libertà per donne e bambini

E’ solo di luglio, infatti, la notizia dell’arresto della modella araba Khulud (pseudonimo che la ragazza utilizza nel web). Inizialmente, fu arrestata dalle autorità saudite con l’accusa di “oltraggio alla morale pubblica” per un videoclip (pubblicato sul social network emergente Snapchat) che la vede passeggiare per le vie del centro storico di una cittadina nella regione del Najd, a nord di Riad, nota per il conservatorismo locale.

Una volta accertato che la ragazza non fosse la responsabile della pubblicazione online del videoclip, le autorità la rilasciarono libera da ogni capo d’accusa.

Ma la lotta per la libertà di espressione è sempre più viva sotto il cielo del regno arabo. Ne è la dimostrazione, proprio l’atto di coraggio della modella “Khulud”, non senza conseguenze. Dopo la messa online del suo video, infatti, la temibile polizia religiosa altrimenti detta «Comitato per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio» ha setacciato l’Arabia Saudita alla ricerca dell'”eretica”.

Questa di Khulud, non era comunque la prima volta in cui le donne cercano di affermare la propria libertà. Sei mesi prima Malak al-Sheri fu incarcerata dai “custodi del pudore” per aver pubblicato su Twitter un selfie in cui appariva a spasso per al Tahliya street senza palandrana, senza velo e con una vivace gonna fru-fru sulle caviglie bene in vista.

Purtroppo, la condizione di donne e bambini è talmente radicata che anche per chi riesce a trovare una sua “dimensione” occidentale è difficile integrarsi. E’ di maggio, infatti, un servizio di Striscia la notizia da cui si evince la difficoltà concreta di trovare un punto d’incontro tra le abitudini consolidate arabe e quelle occidentali.