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Basta tristezza: arriva Happier, social network per la felicità

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I social network specchio dei tempi e della vita. Ma sempre più spesso, scorrendo le pagine di Facebook o Twitter, si trovano post tristi, polemici, attaccabrighe, forieri di notizie raccapriccianti. Su Facebook finiscono le amicizie per colpa di un post, una foto pubblicata, una mancata condiv...

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I social network specchio dei tempi e della vita. Ma sempre più spesso, scorrendo le pagine di Facebook o Twitter, si trovano post tristi, polemici, attaccabrighe, forieri di notizie raccapriccianti. Su Facebook finiscono le amicizie per colpa di un post, una foto pubblicata, una mancata condivisione con chi pretendeva di sapere tutto ma proprio tutto.

Quando le negatività girano e sul web possono farlo alla velocità della luce, anche l’energia negativa si mette in circolazione, investendo con il suo alone anche le persone più solari e ottimiste. Facebook e Twitter sono sempre più pieni di invidie, gelosie, pettegolezzi. Per questo c’è bisogno di una inversione di tendenza: scrivere e leggere post che trasmettano un sorriso è un valido antidoto contro la crisi e il pessimismo tipici di questo particolare periodo. E se poi il post è corredato da una foto buffa o romantica che strappa un commento positivo e compiaciuto, ancora meglio.

Oggi c’è una community per tutti coloro stanchi di commenti e polemiche sui social network: si chiama “Happier”, il social network per la felicità. Su questa piattaforma si scrivono e si comunicano soltanto le cose che vanno bene. La fondatrice di questa originalissima applicazione si chiama Nataly Kogan, convinta che la felicità sta nelle piccole cose. L’ex manager lavora a questo progetto da oltre un anno, e la mission è chiara: aiutare gli utenti a mettere insieme e collezionare gli irripetibili attimi fuggenti della nostra vita. Il sorriso di un bimbo, la gioia di un cane con il suo padrone, un incontro tra amici dopo tanto tempo. Insomma, tutto ciò che è vita, ma quella parte della vita che ci fa sorridere e non a lagnarci perché le cose non vanno bene. Per fare questo c’è sempre tempo.