> > Le Bestie di Satana: la storia della setta degli orrori

Le Bestie di Satana: la storia della setta degli orrori

Bestie di Satana

Dopo più di vent'anni dalla fondazione della setta, la storia de "Le Bestie di Satana" mette ancora i brividi. Una storia di omicidi e nefandezze.

Gli inizi

Siamo nel 1998, fuori dalla discoteca “Midnight”, famosa a Milano per essere il pub dei metallari. Ci vanno molti ragazzi amanti del metal e attratti dai culti satanici. E ci vanno anche Fabio e Chiara, insieme agli altri loro amici: Andrea Volpe, Pietro Guerrieri, Mario Maccione, Eros Monterosso, Paolo Leoni, Marco Zampollo, Nicola Sapone. Sono tutti giovanissimi, il più vecchio di loro avrà 25 anni. Fanno, però, tutti parte di una setta, fondata da loro tre anni prima: si chiamano “Le Bestie di Satana“. I ragazzi sono tutti degli amanti del culto di Satana e, per onorare il Demonio, si dedicano a dei rituali che ritengono possano essere apprezzati da Lucifero. Uso di droga smodato e sesso sono bazzecole, rispetto a minacce, violenza e percosse che hanno dato la morte a diverse giovani vite.

Chiara e Fabio

Tutto inizia proprio con Chiara e Fabio, nella notte del 17 gennaio 1998, fuori dal “Midnight”. La coppia è attesa dagli altri della setta: li vogliono portare a fare un rito satanico, tutti insieme. Chiara e Fabio hanno già partecipato ad altri riti con loro: Paolo Leoni (detto Ozzy) era il mistico del gruppo e una volta disse che i demoni volevano che Chiara e Fabio facessero sesso in una macchina. Era solo il primo tentativo di uccidere la coppia, fallito solo perché i petardi messi nel serbatoio non scoppiarono. Secondo Leoni e altri del gruppo, infatti, la ragazza andava eliminata. Somigliava troppo alla Madonna. Quella notte il loro intento fu portato a compimento. Il gruppo si sposta in un cimitero, dove c’è una profonda fossa, scavata in precedenza da un altro membro de “Le Bestie di Satana”. Chiara viene violentata da tutti i membri del gruppo, compreso il suo stesso fidanzato Fabio. Ma in quel momento Fabio realizza che è un rituale che si deve concludere con la morte e solo allora inizia a ribellarsi.

Il sacrificio

La ribellione di Fabio è tenute e arriva troppo tardi. Mentre due di loro bloccano Fabio, Nicola Sapone prende a martellate Chiara fino a ridurla in fin di vita. Stesso trattamento verrà fatto a Fabio e poi entrambi vengono gettati nella fossa. Erano ancora vivi, però, e per non sentire più i loro rantoli di morte Nicola riempie le loro bocche con dei ricci e li sgozza. Il rito si conclude con tutti i membri del gruppo che orinano sui corpi straziati di Chiara e Fabio e Nicola Sapone che danza festoso dicendo “Siete solo degli zombie ora!” Ai genitori preoccupati della scomparsa dei propri figli venne detto che avevano fatto una fuga d’amore. Michele Tollis, padre di Fabio, non ne fu mai convinto fino in fondo. Prima dell’orrenda fine, Fabio telefonò il padre dicendo che non sarebbe tornato a casa quella notte. Michele uscì a cercarlo, andò al “Midnight”, ma non in tempo per trovarlo e fermare il tutto. Avrà giustizia solo molti anni più tardi.

I suicidi

La capacità straordinaria dei membri de “Le Bestie di Satana” era di convincere gli adepti a fare qualsiasi cosa in nome di Lucifero. Oltre questo, la coesione e la salvezza del gruppo andava salvaguardata più della loro stessa vita. Per questo molti elementi scomodi del gruppo vennero eliminati o indotti a eliminarsi. 6 maggio 1999: Andrea Ballarin, 22 anni, viene trovato impiccato nel cortile delle scuole medie. 21 settembre 1999: Andrea Bontade muore in un incidente d’auto. Significativa la morte di Bontade soprattutto perché lui fu l’artefice della fossa dove vennero gettati Chiara e Fabio. Ma non era presente al momento del rito e anche in seguito col gruppo ebbe un rapporto conflittuale. Così Nicola Sapone quella notte di settembre lo mise davanti a una ovvietà e a una scelta: lui doveva essere eliminato dal gruppo; o lo faceva da solo o ci avrebbero pensato loro.

Mariangela Pezzotta

Arriviamo al 23 gennaio 2004, l’inizio della fine. Mariangela Pezzotta, ex di Andrea Volpe, viene contattata da quest’ultimo e le viene chiesto di raggiungerla in uno chalet di loro conoscenza per prendersi una videocassetta. Mariangela lo crede in buona fede e lo raggiunge davvero. Andrea, però, non è solo allo chalet. E’ in compagnia di Elisabetta, sua nuova fidanzata di 19 anni. Con un rapido cenno di Andrea, Elisabetta prende un fucile e sbarra la strada a Mariangela: la ragazza è in trappola. A quel punto Andrea può portare a compimento il sacrificio che è chiamato a fare: tira fuori una pistola e spara in pieno viso a Mariangela. La ragazza si accascia e crea una pozza di sangue, che Andrea beve avidamente. Ma arrivano gli altri membri del gruppo e si rendono conto che la ragazza non è ancora morta. Il lavoro va portato a termine come si deve.

Le Bestie di Satana alla luce del sole

Per togliere di mezzo il corpo agonizzante di Mariangela, Elisabetta e Nicola Sapone la trascinano fuori, nel fango. Scavano una fossa e lì la seppelliscono, ancora viva. Un altro sacrificio fatto, un altro delitto commesso. Ma chissà se è possibile che Andrea Volpe avesse ancora una coscienza. Chissà se l’aver ucciso la sua ex fidanzata abbia rotto qualcosa in un meccanismo progettato per uccidere. Il mattino dopo l’accaduto Andrea Volpe, coi pantaloni sporchi di sangue, è in pieno delirio e prende a calci le auto parcheggiate. Fermato dai Carabinieri, farfuglia brani di storie assurde, che col tempo prendono forma e arrivano alla verità. Dopo aver detto di essere stato aggredito mentre stava con la sua ragazza e che una ragazza era ancora ferita sul luogo, Andrea da le coordinate dello chalet dove giace Mariangela e dove, in una macchina schiantata poco più avanti, è in overdose Elisabetta.

I processi

Dalla confessione di Andrea Volpe col tempo verrà ricostruita l’intera storia de “Le Bestie di Satana”. Tutti gli omicidi commessi, i riti, il culto a cui i ragazzi si erano legati. Cosa fondamentale, vengono fatti tutti i nomi dei ragazzi coinvolti nella setta. Inizia, così, una lunga serie di processi, che si inanellavano a seconda dei nuovi delitti che venivano fuori. I vari procedimenti si chiudono solo nel 2007, con condanna a 20 anni per Andrea Volpe, 16 per Pietro Volpe e Guerrieri e altre pene simili per gli altri componenti del gruppo. Solo Elisabetta ha una pena minore, perché ha partecipato solo all’ultimo omicidio. Un incubo finito, ma durato troppo a lungo. (Per sapere delle nuove tendenze macabre dei giovani vedi “Ravenna, Blue Whale: 14enne salvata dal macabro gioco“)