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Bimbi tedeschi a scuola senza vaccino. Scoppia il caso a Bolzano

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Boom di bambini di lingua tedesca senza vaccino a Bolzano. La regione dell'Alto Adige è da sempre molto restia alla vaccinazione, soprattutto per i madrelingua tedeschi.

Che l’Alto Adige avesse un ‘problema’ con i vaccini, era ormai una dato di fatto. Adesso è scoppiato un caso a Bolzano, perché i bambini di madrelingua tedesca risultano essere i meno vaccinati. Il punto è che questi bimbi senza vaccino sono stati ammessi ad asili nidi e scuole materne. Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, è preoccupato della situazione, e richiama amministratori e istituzioni locali a un “atto di responsabilità”.

Madrelingua tedeschi contro vaccino

La situazione si può comprendere facilmente. In Alto Adige le famiglie di madrelingua tedesca sono culturalmente contrarie a tutto ciò che dal loro punto di vista è innaturale, compreso il vaccino. In estate, molte famiglie, circa 130, avevano ‘minacciato’ l’asilo in Austria per non dover sottoporre i propri figli alla vaccinazione. I bambini italiani non in regola, invece, sono una minoranza molto piccola. Anche per questo la provincia autonoma si distingue come ultima nella graduatoria delle coperture vaccinali, e i dati parlano chiaro: 85% per antipoliomielite, tetano, difterite, epatite B. All’incirca il 67% per antimorbillo, parotite e rosolia. In entrambi i casi la soglia considerata minima per assicurare la protezione cosiddetta di ‘gregge’ all’intera popolazione deve arrivare almeno al 95%. Nella zona i no vax sono molto attivi nel promuovere la libertà di scelta. ‘Capo’ del movimento è Reinhold Holzer, titolare di un’azienda bio.

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Preoccupazione dell’ISS

Così, mentre nel resto del Paese la situazione migliora sensibilmente in quasi tutte le regioni italiane, preoccupa la resistenza di molti genitori altoatesini. Walter Ricciardi definisce i dati come “allarmanti soprattutto per la popolazione di bambini di lingua tedesca: in centinaia sono stati ammessi agli asili senza che abbiano effettuato i vaccini obbligatori”. Poi ha Walter Ricciardi ha affermato: “si intravede anche una sorta di acquiescenza da parte delle autorità locali. Va infatti ricordato che la legge sull’obbligo vaccinale relativo a dieci vaccinazioni per l’iscrizione a scuola è una legge del Paese, e va dunque rispettata ovunque”. Ed è sempre più vicina la scadenza del 31 ottobre, termine stabilito per gli scolari dell’obbligo, da 6 a 16 anni. Tuttavia, per loro è concesso l’ingresso in aula anche se senza vaccino.

Convinzione culturale

Sull’argomento è stata interpellata anche Martha Stocker, assessore della Salute della provincia. Lei ha cercato di mediare tra le due posizioni, sostenendo che la libertà personale va assolutamente armonizzata con le esigenze e le responsabilità sociali nei confronti del resto della comunità. Tuttavia comprende che si tratta di un fatto culturale, e che quindi è difficilissimo ‘convertire’ e far ragionare i più integralisti.

Susanna Hoffman, presidente dell’Ordine dei medici di Bolzano, ha invece dichiarato e denunciato che i medici di famiglia trovano molta resistenza da parte degli adulti. Solamente il 30% dei cittadinanza oltre i 65 anni accetta la vaccinazione antinfluenzale. Chi vive in montagna e nei paesi rurali, si sente vicino alla natura. Tutto, per queste persone, è bio. Quindi gli screening in generale, colonscopia, mammografia, visita ginecologica vengono rifiutate per cultura e paura.