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Bimbo muore appena nato 42 anni fa, la mamma Lydia Reid non trova più il suo corpo

Lydia Reid

Il bimbo muore a sette giorni, la madre scopre che il corpo è sparito dalla bara e dopo 42 anni continua a chiedere giustizia.

Lydia Reid, una donna scozzese di 69 anni, nel lontano 3 luglio 1975, ovvero 42 anni fa, ha visto morire il suo bambino. Il piccolo Gary, infatti, dopo una sola settimana di vita, è tragicamente spirato in uno degli ospedali pediatrici di Edimburgo. Non si sa esattamente cosa sia accaduto, si pensa che il decesso sia però avvenuto in seguito ad alcune complicazioni dovute al parto.

La donna, quindi, accettato a fatica il triste evento, all’epoca dei fatti non potè fare altro se non tumulare il corpo del suo bambino. Qualcosa, però, non è evidentemente andata come avrebbe dovuto. Lydia Reid, infatti, ha cominciato subito dopo qualche mese dalla morte di Gary a nutrire alcuni sospetti a seguito di uno scandalo, che all’epoca, fece tremare la Scozia.

Il servizio sanitario nazionale, infatti, dopo la fuoriuscita di alcune sinistre notizie, fu costretto ad ammettere che in alcuni ospedali scozzesi, tra gli anni ’60 e ’70, erano stati trafugati organi e tessuti dai corpi di oltre 6000 pazienti, e la cosa più triste è che molti tra questi erano di bambini. Una notizia che ha avuto su Lydia Reid un effetto deflagrante.

La giustificazione a un tale misfatto, all’epoca, fu ascritto a motivi di ricerca scientifica, ma già allora pareva una motivazione molto poco credibile. Fatto sta che Lydia Reid decise di portare avanti delle indagini, temendo che qualcosa del genere fosse successa anche al suo bambino, e da qui la triste scoperta.

Lydia Reid, una volta chiesta e ottenuta la riesumazione del corpo del suo bambino, aprendo il coperchio della bara scoprì che al suo interno non vi erano resti umani, ma solamente ciò che rimaneva dei vestiti indossati dal piccolo quando su sepolto, e una medaglietta con su inciso il suo nome. Tutto ciò che restava di Gary.

Le parole di Lydia Reid

“Nel mio caso hanno rubato l’intero corpo, è così evidente ma la polizia non ha ancora indagato su nulla. Mi hanno chiesto di consegnare ciò che resta dentro quella bara, ma io rivoglio il corpo di mio figlio. Dicono che nessuno è imputabile dal momento che le persone che lavoravano in quell’obitorio, all’epoca, sono tutte morte.”.

Triste e appassionata nelle sue richieste, la volontà della donna, di Lydia Reid, appare assolutamente chiara, evidente. Lei, però, adesso chiede una sola e unica cosa, e lo dice con grande forza e convinzione, senza giri di parole, senza retorica e senza alcuna piaggeria. Lei desidera solo, e giustamente, che venga fatta presto giustizia: “L’unica cosa che voglio, dopo 42 anni, è un funerale cristiano e dignitoso per mio figlio: chiedo giustizia, qualcuno deve ridarmi il suo corpicino.”.

Adesso il calvario della donna continua e, dopo ben 42 anni senza alcuna risposta, Lydia Reid ha deciso di affidare le indagini sui resti ritrovati all’interno della bara del suo bambino ad investigatori esterni alla polizia. Il motivo? Non si fida più delle forze dell’ordine, e a tal proposito ha dichiarato che: “Loro mi garantiscono di restituirmi quei resti dopo le analisi, la polizia invece mi hanno negato questo diritto legale.”.