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Blitz dei finanzieri, portuali retribuiti con lo spaccio della cocaina

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Blitz dei finanzieri, arrestate cinque persone tra trafficanti, portuali e mediatori per spaccio di stupefacenti (cocaina) per il valore di 3 milioni di euro

Centomila euro in droga per fare uscire dal porto la cocaina. Il 21 ottobre scorso, intorno alle ore 11, c’è tensione nell’aria. In un movimento di portuali, mediatori e trafficanti. Il loro obiettivo? Far uscire dal porto sessantacinque panetti di cocaina purissima – 77 kg di peso totale -. Destinazione: a una banda di albanesi che gestiscono le discoteche di Pavia e Milano.

Cocaina, la consegna mancata

La consegna doveva essere eseguita subito. L’intervento dei finanzieri ha fatto da deterrente. Il blitz del nucleo operativo di polizia tributaria, capitanati dal colonnello Maurizio Cintura, ha fatto sì che cinque della “banda” dei trafficanti finissero subito in manette.

Così racconta in merito il sostituto procuratore dell’Antimafia, Federico Manotti che ha coordinato l’inchiesta con il collega Alberto Landolfi : “Neanche la possibilità di estrarre la droga dal container appena sbarcato a Genova. L’ipotesi investigativa è che Roberto Piano, 52 anni, terminalista del Gruppo Spinelli e addetto del movimento del container, con la collaborazione di Massimo Rocca, 45 anni, portuale e socio della Compagnia Unica, abbia prelevato un chilo di droga che manca all’appello. Droga, che è stata sottratta di nascosto ai clan degli albanesi. Difatti, viene destinata al clan degli albanesi che gestiscono lo spaccio nelle discoteche di Pavia e Milano.

Il carico vale 3 milioni di euro e sono rappresentati da panetti di cocaina da più di un chilo l’uno. E questo dimostra che anche i portuali stessi abbiano canali per rivendere la droga”.

In manette anche Artur Mahmutay, albanese di 37 anni, ex presidente di una linea ferroviaria molto prima di finire nel mirino delle indagini per spaccio di droga. Mahumatay gestiva proprio la strategia per far uscire la “merce” dal porto perché così dicevano tra di loro: “Tanto i metronotte ti fermano solo per uscire e non c’è alcun problema. I controlli? Si saltano! Ci sono due vigilantes del cavolo… Ti fermano solo all’entrata e di domandano il pass, in uscita mai!!”.

La consegna della cocaina è stata mancata per una semplice lite scoppiata tra la banda. Il problema ha origine sulla modalità nel sistemare la droga. Niente borsoni. Sarà sparsa qua è là tra il carico. E’ Rocca colui irrimediabilmente contrario poiché Piano, l’esecutore effettivo nell’iter dello spostamento dello stupefacente, è sprovvisto di patente e non potrà portare fuori la droga con una vettura.

Nel corso dell’operazione antidroga oltre a Piano – difeso dagli avvocati Corrado Vizzini e Enrico Grillo -; Rocca – difeso dall’avvocato Riccardo Lamonaca -; Mahmutay – difeso dall’avvocato Silvana Bianchi -.

Sono finiti oltremodo agli arresti: Carmelo Rao, 59 anni – rappresentato dall’avvocato Pasquale Totani – , Nick Dauti, 39enne, detto anche Besnik e originario dell’Albania – difeso dall’avvocato Pasquale Tonani -. Questi erano la mente del gruppo perché dovevano decidere chi e come far scaricare la cocaina. Bloccati dai finanzieri a Sampierdarena nella loro auto, una Citroen C2, con all’interno la droga.

Pare, infatti, che Dauti fosse considerato come una sorta di boss all’interno della banda e Rao fosse lo stratega del gruppo. Alla fine non solo dei corrieri, dunque.

Il Terminal Genoa Port, punto di riferimento assai importante per la buona produttività di Genova con le altre parti del mondo, da oggi sarà decisamente meno movimentato e più sicuro.