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Bollette a 28 giorni: arrivano i primi rimborsi da 50 euro per i consumatori

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Bollette a 28 giorni, concessi i rimborsi ai clienti che hanno pagato, arrivano le multe e anche i primi indennizzi ai consumatori di almeno 50 euro.

Bollette a 28 giorni, ecco che cominciano ad arrivare i primi rimborsi. Ma cosa è successo? Andiamo con ordine e torniamo un po’ indietro nel tempo per spiegare meglio la situazione: come qualcuno ricorderà si è cominciato a parlare di una diversa rendicontazione rispetto ai pagamenti mensili, di alcune utenze, già diversi anni fa.

Poi, una dopo l’altra, alcune compagnie hanno deciso, e comunicato agli utenti, che avrebbero cominciato a fare scadere i pagamenti mensili ogni 28 del mese e non più, come è sempre stato, a 30 giorni. Cosa cambierebbe, quindi, con bollette a 28 giorni? Cambierebbe non poco, anzi!, avremmo aumenti per tutti. Un sicuro aumento per i consumatori, e un maggiore guadagno per le compagnie. Scegliere, quindi, di imporre bollette a 28 giorni non agevola per nulla i cittadini.

Contro tale espediente applicato negli ultimi due anni prima dai gestori telefonici (Tim, Vodafone, Wind-3 e Fastweb) e dallo scorso primo ottobre anche da Sky, per aumentare gli incassi, introducendo una sorta di tredicesima pari a un rincaro annuo dell’8,6%, è scesa in campo l’Agcom, che ha avviato procedimenti sanzionatori, e adesso anche la politica.

bolletta 28 giorni

Bollette a 28 giorni, entra in campo la politica

Cosa è successo, quindi? Recentemente è stato presentato un emendamento al decreto fiscale, depositato dal senatore del Pd Stefano Esposito. Cosa cambierà, dunque, adesso? Sono previste delle multe, già in arrivo, per quelle aziende che continueranno a fatturare bollette a 28 giorni, e di conseguenza arriveranno anche gli indennizzi, quelli previsti sono di almeno 50 euro, per i consumatori.

In Commissione Bilancio del Senato, dunque, è stato depositato dal Pd – con primo firmatario Stefano Esposito – un emendamento al decreto fiscale che anticipa la legge di Bilancio e che, ha subito assicurato il relatore del dl Silvio Lai (Pd), sarà discusso.

L’emendamento ricalca quanto contenuto nel progetto di legge presentato alla Camera da Alessia Morani (vice capogruppo Pd) che prevede l’obbligo della fatturazione mensile per tutte le aziende fornitrici di servizi e utenze. Chi infrange la norma, ha spiegato ieri la stessa Morani, è soggetto a sanzioni (con il raddoppio di quelle che può imporre l’Agcom che passerebbero da un minimo di 500mila euro a un massimo di 5 milioni), e indennizzi con un forfait minimo di 50 euro per cliente.

Bollette a 28 giorni, cosa succede

Perso atto delle ragioni degli utenti, dell’Agcom e adesso anche di una parte consistente della classe politica, a tale proposito è intervenuto anche il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il quale ha dichiarato: “è chiarissimo che la fatturazione a 28 giorni sia una pratica commerciale scorretta”, a quanto pare, però, non è altrettanto scontato che gli operatori siano tenuti a rimborsare i clienti.

E quindi? A questo punto appare abbastanza chiaro che a seguito delle ultime novità, toccherà eventualmente all’Agcom stabilire la sanzione per le condotte pregresse degli operatori. Ma per gli operatori le cose non stanno affatto in questi termini. Non a caso, contrariamente alle piccole società del settore come Coop Voce o Tiscali, le grandi aziende Tim, WindTre, Fastweb, PosteMobile e Vodafone (più la pay tv Sky) non si sono allineate alle prescrizioni dell’Agcom sul ritorno alla fatturazione a 30 giorni.

Una gran confusione, quindi, considerando anche che le compagnie telefoniche dichiarano di aver speso quei soldi guadagnati tramite le bollette a 28 giorni per il 5G, e quindi chiedono al governo di mantenere proprio quegli aumenti che sono riusciti a spuntare con la fatturazione in qualche modo abrevviata sulla bolletta mensile.

Ecco, quindi, cosa ha dichiarato a questo proposito Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori, intervistato dal fattoquotidiano.it: “La verità è che questa situazione paradossale è figlia del flop delle liberalizzazioni nella telefonia. Negli anni siamo arrivati ad una giungla selvaggia su prezzi e offerte in cui l’utente difficilmente riesce ad orientarsi. In un certo senso, le liberalizzazioni hanno spinto gli operatori verso pratiche scorrette per racimolare i denari necessari agli investimenti. Sarebbe bene che il governo affrontasse la questione seriamente parlando del futuro delle telecomunicazioni nel Paese nell’interesse di imprese e cittadini.”.