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Boston - Caccia all'uomo: storia vera

Boston - Caccia all'uomo

Resoconto delle tragiche vicende intorno alla maratona di Boston del 2013, che fanno da sfondo al film Boston - Caccia all'uomo di Peter Berg.

Boston – Caccia all’uomo: di cosa parla

Abbiamo già avuto modo di parlare di Boston – Caccia all’uomo, il nuovo film con la regia di Peter Berg, con le interpretazioni di Mark Wahlberg, Kevin Bacon, Michelle Monaghan, John Goodman e J. K. Simmons. In particolare, abbiamo parlato del poster del film, o meglio, dei vari poster, delle locandine e delle featurette che ne hanno accompagnato la distribuzione, ma di sfuggita abbiamo anche accennato alla trama del film. Quest’ultima, come sappiamo, è incentrata su un recente tragico fatto di cronaca, l’attentato alla maratona di Boston del 15 aprile 2013, che causò la morte di tre persone e il ferimento di diverse decine.

Antefatto

Le vicende che portarono all’attentato si snodano lungo almeno due continenti; quelli che hanno segnato la vita di Džochar e Tamerlan Carnaev, i due fratelli originari della Cecenia responsabili dell’attentato. Entrambi di confessione musulmana (come la stragrande maggioranza dei ceceni, non a caso tra le etnie più presenti e – a quanto si dice – integraliste all’interno dei ranghi dell’Isis), avevano progettato l’attentato come rappresaglia contro gli Stati Uniti per il loro impegno militare in Afghanistan e Iraq e perché, più in generale, li ritenevano artefici di una crociata contro l’Islam. Questa è la versione fornita da Džochar Carnaev durante il processo: suo fratello Tamerlan rimase ucciso nel corso della caccia all’uomo organizzata dalle forze dell’ordine subito dopo l’attentato.

Il fatto

Come ben raccontato da Boston – Caccia all’uomo, i fratelli Carnaev assemblarono due ordigni rudimentali utilizzando altrettante pentole a pressione imbottite di chiodi, bulloni e pezzi di ferro sfuso. La deflagrazione avvenne alle 14.49 presso Boylston Street, nei pressi di Copley Square, molto vicino al traguardo. Nell’esplosione, rimasero uccise tre persone: gli americani Krystle Marie Campbell (29 anni) e Martin William Richard (8 anni), e il cinese Lu Lingzi (23 anni). La giovane, in un caso giovanissima, età delle vittime aumentò il senso di sdegno della comunità internazionale nei confronti del gesto. Ma il tragico conteggio deve necessariamente tenere conto delle 264 persone ferite, molte delle quali dovettero subire delle amputazioni.

Dopo l’attentato

Džochar Carnaev, l’attentatore superstite – per quanto gravemente ferito – venne tradotto in carcere e processato. Durante il dibattimento processuale, il giovane (non ancora 20 anni all’epoca dell’attentato, suo fratello ne aveva ventisei e mezzo), rivelò che inizialmente la coppia aveva in mente di progettare un attentato per la festa del 4 luglio. In seguito, si dichiarò pentito del suo gesto, ma ciò non gli evitò la condanna a morte. Attualmente è in corso il processo d’appello.