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Cacciatore precipita in un dirupo, possibile malore

CACCIATORE

Dopo l'inizio della stagione venatoria di caccia al cinghiale è avvenuto il primo incidente mortale. Il cacciatore esperto è caduto da un dirupo profondo lunghi metri non riuscendo a salvarsi.

La stagione venatoria alla caccia al cinghiale ha mietuto una vittima. Il cinghiale questa volta è vivo. A rimetterci la vita per questa azione di caccia di settembre, è stato Carlo Drago di 69 anni, pensionato di Sestri Ponente. La battuta di caccia al cinghiale nei boschi di Davagna alta Valbisagno, dunque, non è stata molto felice.

Un uomo è morto forse a causa di un malore ma anche per aver messo male un piede e rotolando in un dirupo profondo una quindicina di metri. Drago era un CACCIATORE esperto e sapeva come muoversi nella caccia quindi il dirupo è stato la vera causa della brusca fatalità essendo così profondo.

A dare l’allarme il compagno di CACCIA che, nonostante si trovasse a 50 metri di distanza dall’uomo, percepisce il suono del tonfo e, vedendo il fucile abbandonato accanto a un albero, carpisce nell’immediato un qualcosa di tragico.

Sul posto, in località Poggio, interviene il pronto soccorso del 118 che conferma la morte certa del cacciatore. Intervengono oltremodo i carabinieri che vogliono indagare sulla morte del pensionato verificando se sia un vero e proprio caso di incidente, escludendo la possibilità di un incidente di caccia.

Per questo motivo viene interpellato il medico legale, che esegue sul posto un primo accertamento non scorgendo nessun segno sospetto sul corpo del pensionato. Comunque sia, la Procura apre una inchiesta per accertare la causa di morte di Drago.

Nelle prossime ore Marcello Maresca, pubblico ministero di turno al momento della accaduto, deciderà se operare o meno una autopsia legale sul corpo dell’uomo. Così come i carabinieri della stazione di Bargagli indagano tra i parenti di Carlo Drago interrogandoli circa un qualche problema di salute del pensionato.

L’AIDAA – Associazione Italiana difesa Animali e Ambiente – , in merito ai numerosi deceduti sul posto di caccia ipotizza un possibile scenario:

Ai cacciatori in Italia è permesso sparare anche se sono ubriachi. Infatti il 60% degli incidenti di caccia avvenuto nel corso degli ultimi cinque anni è stato causato da cacciatori che prima del fucile avevano alzato il gomito.

Inoltre, altra cosa aberrante, in Italia è possibile sparare anche nelle giornate di nebbia e questo è per numeri la seconda causa degli incidenti di caccia dove muoiono e vengono ferite persone che spesso non hanno nulla da spartire con i cacciatori medesimi.

E’ risaputo che i cacciatori prima di andare a caccia si trovano spesso per bere un goccetto, per questo chiediamo che si introducano come per gli automobilisti controlli a campione sul tasso alcolico e che si vieti di sparare nelle giornate di nebbia“.