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Cannabis terapeutica: pregi ed effetti collaterali

Cannabis terapeutica: pregi ed effetti collaterali

Il dibattito sugli effetti e l'efficacia della cannabis terapeutica continua dentro e fuori il Parlamento: andiamo scoprirne pregi ed effetti collaterali Ormai da anni la marijuana viene utilizzata per stimolare l’appetito e calmare i malesseri che provocano nausea e vomito, sopattutto in pazi...

Il dibattito sugli effetti e l’efficacia della cannabis terapeutica continua dentro e fuori il Parlamento: andiamo scoprirne pregi ed effetti collaterali

Ormai da anni la marijuana viene utilizzata per stimolare l’appetito e calmare i malesseri che provocano nausea e vomito, sopattutto in pazienti sottoposti a chemioterapia. La cannabis ha mostrato inoltre di saper alleviare i sintomi della sclerosi multipla, scoperta importante grazie alla quale si è arrivato allo sviluppo di un farmaco chiamato Sativex, che contiene Thc e cannabidiolo, una cannabinoide che non ha effetti psicoattivi. La marijuana e i farmaci derivati sembrano presentare diversi vantaggi nel trattamento di ansia, depressione, epilessia, dolore neuropatico e disturbo da stress post traumatico. Mancano però ancora veri e propri trial clinici. “Attualmente abbiamo ancora troppi pochi dati per poter realizzare delle linee guida che possano essere efficaci per la prescrizione della cannabis nella cura di molte patologie”, ha sottolineato Mark Ware, medico del McGill University Health Center e uno dei più importanti studiosi in materia.

Alla sua voce si è aggiunta quella di Igor Grant, psichiatra della University of California: “negli Stati Uniti è complicato trovare i fondi necessari per proseguire studi clinici sugli effetti della cannabis”. Secondo Grant, uno dei motivi principali è che le aziende farmaceutiche investono soprattutto in sostanze “brevettabili”, mentre il governo classifica ancora la cannabis come una sostanza dannosa e priva di positivi effetti medici positivi; ma se non ci sono soldi per i trial, come possono essere scoperti gli effetti positivi?

“Tra le altre cose non esiste alcuna prova di danni a lungo termine negli adulti”, ha sottolineato Grant. L’unico rischio conosciuto nell’adulto, continua lo psichiatra, riguarda la bronchite cronica. Differente invece la situazione per quanto riguarda gli effetti tra i più giovani. Uno studio avrebbe infatti dimostrato che un forte utilizzo di cannabis nell’adolescenza porterebbe ad un minore quoziente intellettivo in età adulta (ma il numero di persone coinvolte nella ricerca sarebbe stato esiguo).