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Capodanno alle porte, niente botti in mille città

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Al Capodanno non manca che una manciata di ore, è vicinissima. Ci si può immaginare che tutti si stiano già preparando ai festeggiamenti, fra cenoni in casa o fuori, qualche giorno di ferie, serate in compagnia. Le solite cose, dopo tutto, con una sola certa eccezione: niente botti. Sì, pe...

Al Capodanno non manca che una manciata di ore, è vicinissima. Ci si può immaginare che tutti si stiano già preparando ai festeggiamenti, fra cenoni in casa o fuori, qualche giorno di ferie, serate in compagnia.

Le solite cose, dopo tutto, con una sola certa eccezione: niente botti.

Sì, perché, quest’anno, numerose amministrazioni cittadine hanno decise di vietare petardi e fuochi d’artificio, promettendo multe che vanno dai simbolici 25 euro di Salerno ai 500 euro di Bologna e si spingono fino a trasformarsi in misure cautelari, come nel caso di Roma, “se il fatto (il lancio del petardo, ndr) è commesso in un luogo dov’è in corso un’adunanza di persone”. Le città che hanno emesso ordinanze per dire no ai botti sono già quasi mille: ci sono Roma e Bologna, Milano, Torino, Genova, Venezia, Vicenza, Cagliari, Salerno, Caserta, Treviso, Rieti, Pescara, Reggio Calabria, Aosta e Cesena.

La prima ragione addotta dalle amministrazioni locali è quella della lotta al PM10: secondo alcune fonti, i fuochi d’artificio arrivano a produrre, in una città come Milano, circa 45 tonnellate di PM10, corrispondenti al 6% delle emissioni totali. Certo, non è un 6% in meno a cambiare il quadro in modo radicale, ma neppure si può dire che si tratta di una percentuale trascurabile.

La seconda ragione è legata al rispetto per gli animali, per i quali i botti di Capodanno sono una vera e propria tortura. “Feste felici con i nostri amici” è il nome della campagna che ha lo scopo di mettere in luce il fatto che un divertimento umano (non essenziale, a tutti gli effetti) non dovrebbe essere considerato accettabile se, al contempo, è una tortura per gatti e, soprattutto, cani.

Ultima ragione è il costante e reale (secondo quanto evidenziato dalle autorità austriache qualche giorno fa) pericolo di attentati. In quest’ottica, vietare i botti significa poter meglio controllare la situazione, almeno secondo alcuni. Più in generale, di certo significa evitare infortuni, perché il pericolo legato all’eccesso o al cattivo utilizzo rimane sempre in agguato. In questi giorni, le forze dell’ordine hanno sequestrato più di cinque quintali di fuochi a Roma, due e mezzo a Terracina e uno a Napoli. Fra il materiale, anche una specie di razzo collegato a una batteria di petardi al quale l’inventore ha pensato di dare il nome “Isis”.