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Case vacanze inesistenti: 600 vittime delle truffe estive

Case vacanze inesistenti

La truffa dell'estate 2016 ha colpito 600 persone, 250 circa residenti a Milano. La promessa? L'affitto di case vacanze in località turistiche. Ben 22 le denunce. Internet è un mezzo potente e ormai indispensabile per chiunque. Molte volte però viene utilizzato per scopi non tanto leciti. E' il ...

La truffa dell’estate 2016 ha colpito 600 persone, 250 circa residenti a Milano. La promessa? L’affitto di case vacanze in località turistiche. Ben 22 le denunce.

Internet è un mezzo potente e ormai indispensabile per chiunque. Molte volte però viene utilizzato per scopi non tanto leciti. E’ il caso della truffa dell’estate 2016 realizzata da 22 persone ora denunciate per aver affittato case vacanze inesistenti. A cadere nella trappola ben 600 persone, di cui 254 nel territorio di Milano.
I truffatori utilizzavano internet per affittare delle case vacanze in località turistiche molto inn come ad esempio Riccione, Alassio, Gallipoli, Livigno, Bormio e molte altre.
La contrattazione avveniva unicamente vie internet o comunque per telefono e fornivano anche in formazioni prettamente turistiche, come ad esempio luoghi da visitare, locali alla moda, ristoranti d’elite. Il problema è che, quando gli ignari villeggianti si recavano nel posto in cui doveva trovarsi la casa vacanze, non trovavano ciò per cui avevano pagato. Nella maggior parte dei casi le case vacanze non esistevano mentre in altri casi più famiglie avevano affittato lo stesso locale.

A seguire le indagini è il Compartimento Polizia Postale di Milano che ha scoperto che la truffa dell’estate 2016 era seguita ed orchestrata da tre diversi gruppi. Il primo, cittadini italiani, si occupava della parte dell’adescamento, creando il sito e promuovendo la locazione. Il secondo gruppo invece costituito da cittadini romeni individuava prestanome per attivavano conti correnti bancari dove versare i compensi. Il terzo invece, si occupavano della riscossione del pagamento.

Il danno, valutato dalla polizia di Milano, ammonta a circa 350.000 €.