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Casini è già al Senato anche se Monti fa flop

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      Liste e quorum: “Avremo un senatore per ogni punto percentuale conquistato con il prof”. ROMA - Tra la campagna elettorale televisiva a tappeto dei grandi vecchi partiti e quella nelle piazze di Beppe Grillo, nell’Udc circola una battuta: “Avremo un se...

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Liste e quorum: “Avremo un senatore per ogni punto percentuale conquistato con il prof”.

ROMA – Tra la campagna elettorale televisiva a tappeto dei grandi vecchi partiti e quella nelle piazze di Beppe Grillo, nell’Udc circola una battuta: “Avremo un senatore per ogni punto percentuale conquistato con il prof.” Filippo Mancuso lo chiamava “getto vegetale di antica pianta Dc”.

Dopo che ieri il prof della Bocconi, Mario Monti, in una impegnata campagna elettorale ha dichiarato: “Credo che Angela Merkel (che ha poi smentito prontamente nel corso della giornata) non abbia nessuna voglia di vedere arrivare il Pd al governo.

“D’altra parte, tra il grande professore, il gigante rispettato e accreditato all’estero (Monti), e il piccolo rentier democristiano allievo di Forlani (Casini), è il secondo ad aver più “uso” del Palazzo, del suo linguaggio, delle sue regole e delle sue furbizie” si legge nell’articolo su Casini e il Senato del Foglio.it. La certezza in tutto questa babele di partiti e candidati, è al momento una sola, quella che al Senato sarà Casini, a conquistare la “golden share” di Monti, è necessario raggiungere l’8% per alcune regioni e produrre 10 senatori.

Il vero vincitore della spartizione delle poltrone, nel listone unico a Monti sono andati 10 candidati su 30, 5 a Italia Futura, 3 a Fini, il resto all’Udc. Non solo 10 posti sicuri ma – come ha spiegato il professor Roberto D’Alimonte qualche tempo fa – “Casini è riuscito a farsi nominare capolista in cinque regioni. Dato che verrà eletto in tutte e cinque, si libereranno quattro posizioni. In queste posizioni è riuscito a piazzare due suoi candidati che saranno i beneficiari del giochino consentito da questo meccanismo perverso che sono le pluricandidature”. Ma non finisce qua: un altro candidato Udc sarà ripescato grazie aPietro Ichino che, essendo capolista sia in Lombardia sia in Toscana, libererà uno dei due posti. Infatti, qualunque sarà la scelta di Ichino, il subentrante sarà un candidato Udc.

Nel partito neodemocristiano scherzano dicendo: “Abbiamo un senatore Udc per ogni punto percentuale della lista unica”. Sono almeno dieci seggi dell’Udc, un numero sufficiente per formare un eventuale gruppo autonomo a Palazzo Madama”.