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Caso Scazzi: presto la sentenza in appello

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Taranto - Cresce l'attesa per la sentenza in secondo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi, strangolata e gettata in un pozzo all'età di 15 nei pressi di Avetrana il 26 agosto 2010. Tra poche ore i giudici della Corte d'Assise d'Appello dovrebbero infatti dare il verdetto. Le accusate, Cosima Se...

Taranto – Cresce l’attesa per la sentenza in secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi, strangolata e gettata in un pozzo all’età di 15 nei pressi di Avetrana il 26 agosto 2010.

Tra poche ore i giudici della Corte d’Assise d’Appello dovrebbero infatti dare il verdetto. Le accusate, Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, zia e nipote della vittima, sperano che i giudici ribaltino la sentenza di primo grado che le ha condannate all’ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere.

Durante le deposizioni di questo secondo processo, Cosima, che nel primo si era avvalsa della facoltà di non rispondere, ha reso dichiarazioni spontanee per più di un’ora, difendendo anche la figlia. “Sono passati 2015 anni – disse il 27 febbraio scorso rivolta alla Corte – e Gesù venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate… Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti”.

I giudici dovranno decidere anche sul marito di Cosima, Michele Misseri, condannato a 8 anni per soppressione di cadavere, e su altri 5 imputati: Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni per soppressione di cadavere), l’avv. Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina (due anni per favoreggiamento), Antonio Colazzo, Cosima Prudenzano e Giuseppe Nigro (un anno ai primi due, un anno e quattro mesi al terzo), accusati di favoreggiamento personale.

Tutta la vicenda è molto contorta e le persone coinvolte sono davvero tante: dal fioraio di Avetrana, Giovanni Buccolieri, che raccontò agli inquirenti di aver visto Cosima sequestrare in auto Sarah per poi dire che era stato un sogno, al suo amico Michele Galasso e altri 12 imputati a vario titolo per falsa testimonianza, calunnia e false informazioni al pm.