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Cassazione, sentenza condanna Rom per aver sposato una 15enne

Cassazione

La Cassazione condanna un Rom per aver contratto matrimonio con una minore nel 2011. La legge italiana condanna queste consuetudini culturali.

Una sentenza della corte suprema di Cassazione stabilisce che i matrimoni contratti secondo l’uso Rom sono illegali. Questa è il responso che oggi in Cassazione un giovane sardo si è sentito rispondere. Il ragazzo nel 2011 aveva contratto matrimonio con una minorenne (15 anni aveva la giovane al tempo dei fatti) secondo l’uso dei rom. A nulla gli è valso il ricorso: la corte ha parlato chiaro, infliggendogli un anno di pena con attenuanti generiche. Questa sentenza si allinea alle altre rilasciate dal tribunale di Sassari e dalla Corte d’Appello. Entrambe avevano condannato il giovane che nel 2011 aveva 22 anni. Anche se nella cultura rom il matrimonio con minori è consentito, esso è fermamente condannato dallo Stato Italiano. Chiunque conviva o convoli a nozze con una minore di 16 anni commette il reato di atti sessuali con minore (art.609 quater del Codice Penale).

Battaglia in Cassazione

La sentenza condanna fermamente il giovane sassarese. A nulla è valsa l’assicurazione della sposa del giovane che al tempo non vi furono minacce o obbligazioni di sorta. Anche il difensore del giovane ha fatto leva sulla mancanza di coercizione morale o di situazioni di soggezione. I due fidanzati nel 2011 già da tempo convivevano. Essendo rom risultavano dunque già coniugati e sposati per la loro cultura. La difesa ha poi insistito sul fatto che l’articolo 609 quarter si applica nei casi in cui è palese un atto sessuale non paritario e non consenziente. Atti in cui è palese la totale supremazia dell’autore sopra la vittima minorenne. Secondo la difesa non era questo il caso dei due sposi rom. Il giovane dovrà ora scontare la pena.

La corte aggiunge che un simile matrimonio, definito instabile, non esiste secondo la legge. “I minori di età non possono contrarre matrimonio“, recita la legge italiana in questione.

La sentenza stabilisce dunque che gli usi e le consuetudini culturali che vanno contro la legge italiana sono del tutto illegali. Sembra ribadire che la Costituzione del nostro Paese debba avere la supremazia su queste strane usanze. Non è una condanna da nulla specie in un mondo che vira lentamente verso un melting-pot generalizzato, dove si fatica a far rispettare la legge. C’è sempre un uso e un costume bizzarro che trova difese, gridando spesso alla illegittimità della legge da applicarvi. Questo è il caso delle spose bambine, su cui è bene opporsi col massimo della forza possibile. Un reato su cui già tempo addietro in diverse occasioni la corte di Cassazione si era pronunciata.