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Il Castello di Arquata del Tronto e il fantasma di Giovanna II d’Angiò

Arquata del tronto 1

Secondo la leggenda il Castello di Arquata del Tronto, oggi gravemente danneggiato dai terremoti, è abitato dal fantasma della regina di Napoli: Giovanna II d'Angiò.

Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, è un borgo medievale che si trova al confine tra Lazio, Umbria e Abruzzo. Oggi zona in terribili condizioni a causa dei vari terremoti e della neve, è famosa per il suo castello e la sua rocca, che all’epoca serviva per avvistare eventuali nemici ed è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902.

La rocca

Purtroppo però la scossa sismica di magnitudo 6.5 che il 30 ottobre 2016 ha avuto come epicentro Norcia, ha distrutto quasi tutta Arquata e causato gravi danni alla rocca, che pure è rimasta in piedi. Si potrà restaurare? Precedentemente il devastante sisma di magnitudo 6.1 che ha avuto come epicentro l’area tra Accumoli ed Amatrice nella notte del 24 agosto 2016, aveva danneggiato anche metà Arquata; la situazione è peggiorata con le scosse del 26 ottobre e infine quelle del 30 ottobre hanno fatto il resto.

Terremoto

Il fantasma di Giovanna II d’Angiò

Oltre che per il valore storico, la rocca di Arquata del Tronto è famosa perché si dice che qui dimori un fantasma: quello di Giovanna II d’Angiò, Regina di Napoli.

Giovanna ii

La sovrana vi trascorse in particolare tutte le estati dal 1420 al 1435, anno della sua morte, ma si dice che tutt’oggi sarebbe ancora in questo luogo, appunto come inquieto spirito del quale, nelle notti d’estate, si udirebbero i sinistri lamenti. Verso il 19 agosto, almeno fino a poco tempo fa, è stata tradizione tenere una rievocazione storica sulla sua figura.

rievocazione

Ma perché è inquieto lo spirito di Giovanna? Ebbene, fin dall’inizio del suo regno, nel 1414, dopo la morte di suo fratello Ladislao I, ella, vedova del suo primo marito, il Duca Guglielmo d’Austria, ebbe numerosi favoriti, a cui diede – a volte pentendosene – un grande potere a corte. La regina viene per questo dipinta come una donna lussuriosa, al punto che il suo secondo marito, Giacomo II di Borbone, avrebbe deciso di farla rinchiudere nella torre più alta della rocca, dichiarandola persino pazza. Vero è, invece, che Giacomo era un uomo prepotente, a cui Giovanna non aveva concesso il titolo di re ma solo quelli di Principe di Taranto e Duca di Calabria. Egli allora fece uccidere uno dei favoriti della moglie, Pandolfello Piscopo, cominciò a controllare direttamente la corte, supportato da alcuni funzionari francesi, e costrinse la regina ad attribuirgli l’ambito titolo. Questo stato di cose durò finché i baroni napoletani non si ribellarono e lui non fu costretto a rinunciare, rimandando in Francia i funzionari che l’avevano aiutato. La leggenda sulla smania sessuale della monarca dice anche ella sarebbe stata solita irretire giovani pastori del posto, invitandoli nella torre ad avere rapporti con lei, ma se non la soddisfacevano, li dava in pasto ai lupi. Si narra inoltre che la regina, a Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, divenuto notoriamente uno dei simboli di Napoli, avesse fatto costruire una botola segreta in cui faceva precipitare gli amanti dopo gli amplessi perché essi non rivelassero quanto era avvenuto con la sovrana. I malcapitati finivano così divorati dai coccodrilli e da altri mostri marini. Queste raccontate fini qui sono solo alcune delle leggende nate attorno alla figura di Giovanna II, volendo approfondire ce ne sarebbero tante altre da raccontare.