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Il castello incantato nella provincia di Bologna

Castello

Rocchetta Mattei: il castello di Savignano voluto dal conte Cesarei Mattei, studioso di elettromiopatia e dalla personalità particolare.

Un castello come abitazione, non è il sogno di tutti? Beh, quasi di tutti. In ogni caso, un tempo erano cose che succedevano. Come successe a Bologna molto, molto tempo fa. Perché in quella provincia c’è un castello, proprio come può apparire in un sogno. Non lugubre come il castello di Dracula o quello di Frankenstein, ma uno che sembra uscito direttamente da una fiaba. Di cosa si tratta? Di Rocchetta Mattei, una rocca situata nella località di Savignano, nel comune di Grizzana Morandi, in provincia di Bologna. Un castello avvolto in una storia che sembra una fiaba, che lega morte, mistero e medicine alternative.

La storia di Rocchetta Mattei, il castello bolognese

La costruzione di Rocchetta Mattei iniziò nella metà del 1800, precisamente nel 1850, per volontà del conte Cesare Mattei. Quest’ultimo nacque nel 1809, ovviamente di famiglia benestante; fu uno dei fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna e fu insignito del titolo di conte da papa Pio IX nel 1847. Un uomo il cui nome era già stato scritto nel momento della sua nascita, in pratica. Nel 1844 la madre di Mattei morì, dopo una lunga e difficile malattia. Il Conte, sconvolto dal lutto, perse totalmente fiducia nella medicina tradizionale. L’accusa era di non aver arrecato sollievo alla sofferenza della madre.

La costruzione

Dopo essersi ritirato a vita privata, a seguito del lutto, il conte Mattei decise, nel 1850, di acquistare i terreni dove un tempo sorgeva la Rocca di Savignano. Il luogo dove decise che avrebbe costruito Rocchetta Mattei, da lui chiamata semplicemente “Rocchetta”.

Nel 1859 il Conte si trasferì direttamente in quei luoghi, per dirigere e controllare personalmente il progetto della Rocchetta. Un progetto che, da uomo illuminato quale era, fu pensato, progettato e disegnato interamente da lui. La genialità e l’estrazione sociale di Mattei stridevano con la statica costruzione di un castello, tanto che il progetto fu sempre in evoluzione. Il castello subiva continui mutamenti e fu sottoposto a continue modifiche da parte di Mattei. Non sembrava non essere mai pienamente soddisfatto dei propri traguardi.

I Rimedi Mattei

L’irrequietezza del Conte era dovuta sicuramente al dolore ancora presente per la perdita della madre. Oltre, ovviamente, al rancore verso la medicina tradizionale. Tanto che Mattei si dedicava assiduamente allo studio di una medicina alternativa: l’elettromeopatia. I “Rimedi Mattei”, così venivano chiamati, anche se privi di efficacia, ebbero un discreto successo. Sicuramente anche oggi sarebbero osannati come grandi rimedi medicinali.

Il destino della Rocchetta Mattei

Dopo la morte del conte Mattei, i lavori sul suo personale castello, l’ormai nota Rocchetta Mattei, proseguirono sotto la direzione del figlio adottivo del conte, Mario Venturoli. Questi continuò non solo l’opera architettonica del padre adottivo, ma anche quella medica. Infatti continuò a produrre e vendere i rimedi alternativi creati dal padre fino al 1959,che continuò anche a produrre e vendere i rimedi fino al 1959, quando furono costretti a chiudere.

Venturoli tentò inutilmente di cedere Rocchetta Mattei al Comune di Bologna, ma non ci fu nulla da fare. Almeno fino a quando non riuscì a venderlo ad un commerciante privato, Primo Stefanelli. Quest’ultimo, dopo l’acquisto, apportò alcune aggiunte e modifiche e gestì Rocchetta Mattei come un’attrazione turistica.

Tuttavia il castello venne chiuso per motivi di sicurezza, una grossa perdita per la storia locale e per il turismo. Ma tutto cambiò nel 2005, quando la Carisbo decise di acquistarlo e restaurarlo, dopo un’accurata progettazione. Il restauro è tutt’ora in corso, almeno decennale come ogni grande opera italiana, ma è ad un buon punto. Da un paio d’anni, per la precisione dal 2015, una parte del castello è stata completata e Rocchetta Mattei è aperta al pubblico per visite guidate.

Il Conte fece tutto questo perchè la medicina tradizionale gli aveva portato via la madre, secondo lui. Probabilmente volle costruire questo monumento anche in suo onore, per stare da solo con il suo dolore. Non vi riuscì mai, ma grazie al suo genio ci sono migliaia di persone che oggi possono godere di questa bellezza.