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Catalogna, a giorni l'atto dell'indipendenza

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Sembra che tra pochi giorni verrà proclamata l'indipendenza della Catalogna. Se così sarà, il governo spagnolo reagirà facendo riferimento alla sua Costituzione.

La frattura sembra sempre più vicina e profonda. In Catalogna il conto alla rovescia è ormai iniziato, la tanto desiderata indipendenza sta per essere accolta. Fra davvero pochi giorni dovrebbe compiersi la Storia, che segna e colpisce nel vivo la Spagna e l’Unione Europea. Il governo di Madrid, sostenuto totalmente dal re Felipe VI, è chiamata a reagire appellandosi alla propria Costituzione.

Indipendenza della Catalogna

L’indipendenza e la proclamazione della Repubblica Catalana non è vicina, ma vicinissima. Lo sostiene la Candidatura d’Unitat Popular (Cup), il partito della sinistra indipendentista della Catalogna, attraverso la deputata Mireia Boya. Tuttavia si riconosce che non c’è accordo tra i partiti indipendentisti su questo punto. El Pais afferma che Junts pel Sì e la stessa Cup hanno chiesto ufficialmente un intervento del presidente della Catalogna Carles Puigdeomnt lunedì in aula. Quel giorno dovrebbe esserci anche l’atto d’indipendenza.

Reazione di Madrid

Tra dire e il fare non c’è più il mare, forse uno stretto navigabilissimo. A nulla sono servite le parole del re Felipe VI alla tv spagnola. Ma se davvero questo lunedì la Catalogna proclamerà l‘indipendenza, Madrid non starà a guardare e reagirà. Dovrà farlo per forza di cose. Sembra aperta, infatti, la strada all’articolo 55 della Costituzione spagnola. Quest’articolo consente, in caso di via libera da padre del senato di Madrid (controllato dal Pp di Mariano Rajoy), la sospensione parziale o totale delle competenze del governo catalano. In caso di applicazione potrebbe permettere al governo spagnolo di prendere il controllo della polizia regionale catalana convocare elezioni anticipate, o anche esautorare il presidente. In pratica, ad ogni azione illegale corrisponderà una legale. Sembra un teorema matematico o di fisica. Il dialogo con la Catalogna sarà possibile solo dopo nuove elezioni. Questa è l’atmosfera che si respira nella penisola iberica.

Arrestato capo Mossos

Nel frattempo, Josep Lluis Trapero, il capo dei Mossos d’Esquadra, ossia la polizia catalana, è indagato per sedizione per non essere intervenuto nella manifestazione davanti al Dipartimento dell’economia a Barcellona. Secondo i media iberici, l’uomo rischia fra i quattro e gli otto anni di carcere. A firmare il mandato di comparizione è stata la giudice dell’Audiencia Nacional, Carmen Lamela, in seguito alla denuncia inoltrata dalla procura generale dello Stato. Questo perché i Mossos non avevano affiancato la Guardia Civil in un’operazione di polizia per frenare i preparativi del referendum sull’indipendenza del primo ottobre.

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“Affare interno spagnolo”

Il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans ha sottolineato che «il rispetto dello Stato di diritto non è un optional». Poi ha evidenziato che il voto di domenica non era legale, ma ha aggiunto che la violenza non è mai una soluzione giusta, e quindi le immagini diffuse sono tristi. Comunque la situazione è spinosissima, perché è diritto di ogni Stato difendere lo Stato di diritto. E lo si può fare, a volte, solo con la forza . Timmermans ha poi invitato il governo spagnola e quello catalano ad «abbandonare il cammino del confronto e seguire la strada della cooperazione e del dialogo per risolvere la situazione». In ogni caso, ha tenuto ha precisare, la questione è «un affare interno spagnolo».