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Centrifuga professionale: le migliori marche disponibili

centrifuga

Avete deciso di dotare il vostro locale di una nuova centrifuga professionale? Ecco alcuni consigli per gli acquisti per prodotti di livello superiore.

Centrifuga professionale: che cos’è, e cosa produce

Il dibattito è tuttora aperto: meglio le vecchie e consolidate centrifughe, sollazzo dei patiti del fitness old school, oppure i più moderni estrattori a bassa velocità, figli di una visione olistica – e fieramente hipster – del benessere e della salute ottenuti tramite giusta alimentazione? I nutrizionisti rispondono al quesito con assiomi improntati alla più inconcussa relatività. Se da un lato, infatti, un estrattore di succo a bassa velocità, proprio in virtù di questa caratteristica (e del bassissimo calore che, in ragione di ciò, viene sprigionato), non rompe le catene molecolari degli oligoelementi presenti nella frutta e nella verdura, preservandone le proprietà nutritive praticamente per intero, dal’altro il fatto di distillare solo la parte acquosa del frutto priva il consumatore del non meno significativo contributo fibroso dei prodotti vegetali (rendendo peraltro il succo, per paradosso, meno digeribile del frullato: sono infatti le fibre insolubili a stimolare in maniera significativa l’attività intestinale). Viceversa, la centrifuga funziona esattamente all’opposto: alta velocità e – inevitabile – calore sprigionato compromettono in parte l’apporto effettivo di sali minerali e vitamine, ma preservano la consistenza della polpa e il suo apporto in termini di fibre. Dunque, posto che l’apparecchio perfetto non esiste (non ancora, almeno) si tratta soprattutto di scegliere quale dieta seguire, e regolarsi di conseguenza. Nelle righe che seguono, ci dedichiamo soprattutto a chi ha optato per la centrifuga, proponendo una serie di marche e modelli dal taglio professionale (o dalle possibilità di utilizzo in ambiti professionali come bar o ristoranti), contraddistinti dal rispetto nei confronti della materia prima e ovviamente dalla qualità complessiva delle prestazioni.

Zumex

Il marchio Zumex viene dalla Spagna – da Valencia, per la precisione -, ma ormai ha sedi sparse in tutto il mondo, Italia compresa. Il motivo è semplice: da oltre 30 anni – dal 1985, sempre per la precisione -, Zumex si occupa specificamente di dispositivi e apparecchi per frullare frutta e verdura, per l’estrazione di succhi e infine per la produzione di centrifughe. Si tratta, dunque, di un’azienda deputata alla produzione di questo tipo di apparecchi, e che su di essi opera abitualmente giorno per giorno, investendo in ricerca e innovazione come forse nessuna altra azienda del settore. Un brand di specialisti, dunque, non a caso destinato agli specialisti: bar, chioschi, ristoranti e altri esercizi che lavorano la frutta al dettaglio in maniera professionale. Ecco spiegato il costo ingente degli apparecchi Zumex, ma d’altronde, se di professionalità e di specificità si parla, queste hanno un costo vivo che deve essere necessariamente ammortizzato. Per i proprietari di esercizi commerciali, disposti pertanto a vedere il loro investimento rientrare sulla media distanza, ecco un apparecchio che non dovrebbero trascurare, nella loro dotazione.

– Zumex Multifruit 06932

Compatta e facile da usare, questa centrifuga si presenta come la quintessenza dell’ergonomia e della praticità. Numerose le funzioni a disposizione, dal sistema automatico di controllo della velocità a seconda della consistenza delle polpe che si trovano a contatto con le lame, una bella e ampia apertura di 75 millimetri di diametro e un sistema che si pone automaticamente in stand-by se il dispositivo non viene utilizzato. Altri due, niente affatto trascurabili, benefit sono degni di menzione: la scocca rinforzata che attutisce il rumore durante l’utilizzo (l’ideale soprattutto in locali pubblici) e il bel design complessivo, nobilitato dal colore argento della struttura (gli accessori, invece sono nella maggior parte dei casi colorati in maniera decisamente vistosa, quasi un contrappunto rispetto alla macchina principale).

Philips

Abbiamo già avuto modo di constatare come, dopo un lungo periodo di appannamento, il marchio con sede a Eindhoven, in Olanda, abbia ripreso a marciare a pieno regime, tornando a produrre dispositivi di qualità superiore (o comunque non clamorosamente inferiore a quella di altri marchi più rampanti), e riguadagnando passo dopo passo la reputazione lentamente dissipata nel corso del ventennio che va, in linea di massima, dagli anni novanta del secolo scorso a tutti gli anni zero di questo. Fasi di riflusso che, forse, per un’azienda massimalista come quella olandese, specializzata praticamente in tutto ciò che va a motore e/o a corrente elettrica, sono anche normali: l’importante e venirne fuori. Ecco, nei paragrafi che seguono, come il comparto centrifughe ha contribuito al riscatto del marchio Philips.

– Philips HR1871/70

Centrifuga compatta e dal funzionamento a dir poco elementare, che può essere usata in locali o spazi di piccole dimensioni (pensiamo soprattutto al classico chiosco sulla spiaggia, oppure a locali con un piccolo angolo bar, in cui le attrezzature devono essere giocoforza di piccole dimensioni). Sprigiona fino a 1000 Watt di potenza, e centrifuga ottimamente qualsiasi tipo di frutta o verdura, con una capienza massima di circa due litri. Il cilindro di inserimento è abbastanza largo (circa 85 millimetri di diametro) e dunque rende in molti casi inutile il taglio preventivo delle materie prime. Completa il tutto un efficace sistema di prepulitura denominato QuickClean, che rende meno laboriosa la pulizia delle varie parti.

– Philips HR1836/00

Chiamiamola pure sorella minore della centrifuga sopra descritta, della quale riprende alcune funzioni base, come il sistema QuickClean per la pre-pulitura dei contenitori e dei condotti. Molte caratteristiche sono ridotte come entità, rispetto al prodotto precedente (capacità massima 1,5 litri, potenza massima sprigionata 500 Watt, ma esiste anche la versione da 400 Watt per chi desidera privilegiare il risparmio energetico), tuttavia rimane un prodotto consigliabile a coloro che devono ottimizzare spazi, costi, consumi e prestazioni.

Imetec

Una rarità assoluta, un marchio italiano leader nella produzione di (piccoli) elettrodomestici che mantiene pressoché inalterata la propria (eccellente) reputazione nel corso di oltre 40 anni ininterrotti di storia e attività. L’azienda del Bergamasco continua imperterrita con la sua politica di sempre: prodotti solidi e duraturi a prezzi difficilmente riscontrabili in altre realtà industriali. Nelle righe che seguono, vi mostreremo, per quanto riguarda il comparto centrifughe, cosa significa unire passione artigianale e rigorosa ricerca tecnologica. Nel nome del Made in Italy, se avete dei rigurgiti di sciovinismo, nel nome del rispetto del consumatore negli altri casi.

– Imetec Wellness JE

Ecco una centrifuga evidentemente pensata per un uso esclusivamente domestico, ma che fa la sua più che dignitosa figura anche nei migliori bar del centro città. Merito innanzitutto di un design classico ma che guarda al futuro (linee arrotondate, angoli smussati, impugnature ergonomiche, il simpatico vezzo del colore viola nelle finiture), e poi dell’eccellente ventaglio di funzionalità messe a disposizione del cliente. Si possono ottenere centrifughe, succhi ed estratti, inoltre il lavaggio in lavastoviglie è semplice e immediato. Scocca e contenitori in plastica (dunque materiali atossici e facilmente lavabili), lame in acciaio inox di prima qualità. Per questa fascia di prezzo, un piccolo gioiello.

Severin

Il marchio esiste da oltre un secolo – l’azienda fu fondata a Sundern, in Germania, nel 1892 -, ma è soprattutto in anni relativamente recenti che si è affermato anche al di fuori dei patri confini come affidabile produttore di elettrodomestici, con una predilezione particolare nei confronti di quelli di piccola taglia. Chiariamoci, non stiamo certo parlando di un potentato industriale in grado anche solo di scalfire le posizioni d’avanguardia dei colossi suoi connazionali, oppure degli omologhi statunitensi e giapponesi; eppure per quanto riguarda questo specifico segmento di mercato i prodotti Severin sembrano perfettamente in grado di dire la loro, recitando una parte che non è affatto quella del comprimario. I due prodotti che vi segnaliamo nei prossimi paragrafi sono, forse, l’evidenza più diretta di tale affermazione.

– Severin ES 3566

La solidità e la resilienza dell’acciaio inox della migliore qualità, per un apparecchio che riesce a coniugare come pochi altri prezzi ai limiti del provocatorio (nei confronti della concorrenza, per quanto sono bassi) e una solida e apparentemente inscalfibile affidabilità di lunga durata. Il motore di soli 400 Watt è comunque sufficiente a far girare le lame fino a 19.000 giri al minuto: merito soprattutto della leggerezza dei materiali, che consentono così di sprigionare una notevole forza in cambio di consumi molto bassi. Le due velocità disponibili nel selettore, poi, consentono di definire il livello di impatto delle lame sulle materie prime, regolandolo a seconda della consistenza delle polpe e dell’effetto che si desidera ottenere (centrifuga più grossolana o più setacciata). Anche questo è un prodotto pensato per la casa, ma che si adatta perfettamente anche per un utilizzo maggiormente intensivo, come ad esempio in un bar.

– Severin ES 3563

Sembra la sorella minore, ma in realtà è la sorella maggiore dell’apparecchio appena descritto. Potenza decisamente superiore (700 Watt), capacità di oltre un litro per i succhi e oltre 3 litri per i residui, un bel recipiente per il succo con tanto di setaccio per la separazione delle schiume (onde non trovarsi con un succo con troppa aria incorporata all’interno), acciaio inox come se piovesse per scocca, lame e setacci (e ciò malgrado, il lavaggio dei vari componenti risulta oltremodo agevole). Il costo è, ancora una volta, talmente basso da apparire incongruo rispetto alle capacità performative dell’apparecchio, anche perché i materiali sono di prima qualità e la durata nel tempo è garantita.

Bosch

Il marchio tedesco (ancora) è una sorta di presenza fissa per quanto riguarda gli elettrodomestici, siano essi di piccola o grande taglia, per uso domestico, commerciale, aziendale o industriale: d’altronde, quando si parla di grandi potentati in questo settore, il marchio Bosch è uno dei primi che viene in mente: inossidabile come l’acciaio di cui spesso riveste i suoi prodotti, invasivo come un blob, non tralascia alcun settore di mercato, compreso quello delle centrifughe. E quando decide di invadere un ambito specifico, non tralascia nulla, né si accontenta di licenziare prodotti di risulta. Le macchine Bosch sono di default di qualità superiore, e includerle in un lotto di prodotti da consigliare al consumatore è quasi una formalità. Prova ne siano i due modelli di centrifuga che vi proponiamo nei paragrafi seguenti.

– Bosch MES4000

Corpo in acciaio inox argentato e opacizzato, lama in ceramica (una rarità assoluta per questo tipo di prodotti), finiture in silicone duro, 1000 Watt di potenza, completamente atossico, lavabile in lavastoviglie – o in alternativa a mano con un dispendio di acqua e detersivi irrisorio -, consumi sotto controllo, ergonomico, facile da utilizzare, capiente e durevole nel tempo. La quintessenza della perfezione, per una centrifuga che farà la gioia di qualsiasi tipo di utilizzatore, dal semplice consumatore abituale al professionista che le prepara per il suo locale. Un ampio spazio è stato accordato alla sicurezza e alla stabilità del prodotto, che pertanto può essere riposto anche su supporti angusti. Peso e dimensioni, d’altronde, sono nella norma.

– Bosch MES25A0

Modello molto simile al precedente, con qualche (men che trascurabile) benefit in meno, una potenza ridotta (ma parliamo sempre di 700 Watt) e un’apertura per l’inserimento della frutta e della verdura più piccola di poco più di una decina di millimetri, ma capace comunque di offrire delle prestazioni di tutto rispetto. Come tutte le versioni bonsai di dispositivi più voluminosi, uso domestico a parte questo prodotto si attaglia benissimo a un utilizzo professionale in spazi e/o luoghi in grado di accogliere solo macchine di piccola taglia. Questo non significa affatto che il prodotto sia di risulta: tutt’altro, per quella che è la sua dimensione, è in grado di offrire prestazioni letteralmente fuori dal comune. Inoltre, particolare non di secondaria rilevanza, ha un costo al dettaglio decisamente contenuto.