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Charles Manson: il dramma di Matthew, il figlio biologico del serial killer nato da uno stupro

Il satanista e il figlio segreto

La drammatica storia di Matthew Roberts, figlio naturale del serial killer Charles Manson, morto ieri: nel 1967 il serial killer aveva drogato e violentato sua madre, che era fuggita con lui.

E’ morto all’età di 83 anni Charles Manson, il serial killer americano leader della setta satanica The Family, mandante di due delle più efferate stragi avvenute negli Stati Uniti: quella di 10050 Cielo Drive – località sulle colline di Bel-Air, nei pressi di Los Angeles – della quale rimasero vittime l’attrice Sharon Tate, moglie di Roman Polanski, la quale era incinta del primogenito del regista, Paul Richard, ed alcuni suoi amici nella notte tra l’8 e il 9 agosto 1969, e quella perpetrata la notte successiva in cui vennero uccisi il dirigente d’azienda d’origine italiana Leno LaBianca e la moglie Rosemary. Ciò che pochi sanno, è che Manson aveva un figlio segreto, Matthew, nato da una violenza sessuale da lui perpetrata.

Nato da uno stupro

Ecco la storia di quest’uomo, che qualcuno ha definito, mancando totalmente di sensibilità, il “figlio del diavolo”: ma lui, nonostante la somiglianza fisica e il look bizzarro, non c’entra nulla con i delitti del “padre” e vive facendo il dj a Los Angeles. Oggi ha 50 anni.

La storia

Nato da una violenzasessuale

Quando era appena nato, Matthew era stato adottato da una famiglia che viveva Rockford, nell’Illinois, e per anni aveva creduto che fossero i suoi veri parenti. A dieci anni le sue sorelle gli rivelarono che non era così e più tardi, nel 1997, decise di mettersi alla ricerca dei suoi genitori biologici. Il padre adottivo cercò di dissuaderlo, ma lui non ha voluto sentire ragioni. Grazie ai servizi sociali, riuscì rapidamente a trovare la sua vera sua madre, Terry, la quale gli disse che lei l’aveva chiamato con un altro nome, Lawrence Alexander. Tuttavia, alla richiesta del figlio di dirgli chi fosse suo padre, la donna per diverso tempo non volle rispondergli: fu solo per via delle sue insistenti richieste per lettera, che Terry, dalla sua casa nel Wisconsin, si decise a rivelargli che era figlio della violenza sessuale che il satanista Charles Manson aveva perpetrato nei suoi confronti. “E’ stato come scoprire che Adolf Hitler è tuo padre”, aveva detto Matthew qualche anno fa al tabloid britannico Sun.

La madre era succube di Manson

Il serial killer

Matthew aveva anche aggiunto che quella che sarebbe diventata sua madre, nonostante gli avvertimenti del proprio nonno – che definiva Manson “un ignobile bandito in motocicletta” – decise di fuggire con il musicista – del quale era completamente succube – e con i suoi adepti. Arrivarono a San Francisco durante quella che sarebbe passata alla storia come “Summer of Love”, l’ “Estate dell’Amore”, che ebbe luogo nella città californiana, e una notte, durante un orgia in cui fecero tutti abbondante uso di droga, il musicista carismatico e maledetto violentò Terry, mettendola incinta. In seguito la ragazza trovò la forza di abbandonare Manson e di tornare dai genitori. Partorì Lawrence Alexander, ma poi lo diede in adozione e il piccolo prese il nome di Matthew. Quando il giovane riuscì a rintracciare la madre naturale, lei gli disse parole che lo ferirono, ovvero che lui assomigliava tanto al satanista che l’aveva violentata, ma effettivamente è così, come possiamo vedere da queste foto. Come il terribile padre biologico, si è appassionato alla musica e alla poesia, ma il suo idolo, al contrario, è Gandhi. Teme tuttavia di finire in preda a quella sorta di pazzia che attanagliava il suo vero padre: “So di non essere matto, ma so anche di aver ereditato una parte di questa follia. Ciò è sconvolgente e spaventoso”, aveva dichiarato.

Scambio epistolare con Manson

Si assomigliano

Nonostante provasse e provi tuttora ripugnanza per le azioni di Charles Manson, volle scrivergli: cominciò nel 2002 e da allora ricevette dieci lettere e diverse cartoline da lui, ormai condannato al carcere a vita. Vi erano scritte “cose folli” – raccontò lo stesso Matthew – e c’era sempre sopra il simbolo della svastica, che il serial killer portava anche sulla fronte. L’uomo, che ha anche potuto comunicare al telefono con il “padre”, a quanto pare ha pure avuto la possibilità di stare al suo capezzale in ospedale:“Questa è la cosa più difficile di tutte. Amare un mostro che ha violentato mia madre. Non voglio amarlo, ma non voglio neppure odiarlo”, aveva detto qualche anno fa. Matthew aveva chiesto persino il rilascio del “genitore”, date le sue condizioni di salute, sostenendo che avesse “pagato il suo debito con la società” e sottolineando che “non aveva ucciso nessuno”. Infatti materialmente è così.