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Chi è stato il più importante maestro di Alessandro Magno

aristotele

Alessandro Magno, illustre condottiero macedone che con le sue vittorie e l'integrazione della cultura greca con quelle dei Paesi conquistati diede origine all'età ellenica, era figlio di Filippo II il Macedone e di Olimpiade, ma la stessa madre narrava attorno alla sua nascita varie leggende volte...

Alessandro Magno, illustre condottiero macedone che con le sue vittorie e l’integrazione della cultura greca con quelle dei Paesi conquistati diede origine all’età ellenica, era figlio di Filippo II il Macedone e di Olimpiade, ma la stessa madre narrava attorno alla sua nascita varie leggende volte ad alimentarne il mito, tanto che si diceva fosse figlio diretto di Zeus.

Furono così tanti e diversi tra loro gli aneddoti narrati circa la vita e le imprese di Alessandro Magno che si fece fatica a ricostruirne le reali gesta.

Fonti sicure però dicono che i suoi genitori scelsero all’inizio come suo maestro Leonida di Epiro affinché ricevesse un’educazione principalmente ateniese, e poi Lisimaco: pare che il rapporto tra i due fosse divenuto talmente profondo da indurre una volta Alessandro a rischiare la vita pur di salvarlo.

Ma il maestro più importante di Alessandro Magno è stato sicuramente Aristotele, che gli insegnò la scienza, l’arte, la medicina, insieme al greco che gli fece studiare attraverso una minuziosa edizione dell’Iliade ricca di note e curiosità redatta da lui in persona.

Sebbene i loro pareri riguardo alla politica fossero discordanti, da un lato Alessandro e i suoi desideri di egemonia universale, dall’altro il suo maestro teso più all’idea di una piccola città stato, il grande condottiero, che una volta ricevette una lettera piena di lodi da Isocrate per il modo in cui era riuscito ad apprendere la filosofia, volle Aristotele accanto a sé per tutta la vita, non solo come maestro ma anche come amico, confidente e consigliere.

Nel 323 a.C. alla morte di Alessandro, non si sa se sopraggiunta per avvelenamento, abuso di alcoolici o una ricaduta della malaria, Aristotele fu costretto ad abbandonare Atene perché in quanto simpatizzante dei Macedoni non era visto di buon occhio, e si rifugiò con la sua famiglia nella Calcide, la sua penisola di origine, dove morì l’anno successivo.