“Ci rivedremo a Filippi” è una delle frasi più celebri a noi giunte dall’antichità; secondo la tradizione, a pronunciarla fu il fantasma di Giulio Cesare che così si rivolse a Bruto (nella foto).
Lo storico Plutarco nell’opera “Vite parallele” racconta che Bruto, ossessionato dai sensi di colpa per aver ordito e partecipato alla congiura nella quale Cesare, che l’amava come un figlio, era stato assassinato, sognò una entità che gli disse: “Sono il tuo cattivo demone, Bruto ci rivedremo a Filippi”, ma fu solo il grande drammaturgo inglese William Shakespeare nel suo “Giulio Cesare” a personificare il fantasma non meglio identificato citato da Plutarco in quello del dittatore stesso.
E’ un fatto che quanto predetto in sogno si avverò: Bruto, sconfitto proprio a Filippi, città della Tracia, dalle truppe di Ottaviano e Antonio, tentò la fuga ma fu infine costretto ad uccidersi (42 a.C.).