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Classe di soli stranieri, critiche tra genitori e docenti: "Scarsa integrazione"

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A Padova, nella scuola primaria Antonio Rosmini, è uscita fuori una classe di soli alunni stranieri. La situazioni sta creando polemiche e discussioni, perché non favorirebbe l'integrazione.

Una prima elementare di soli stranieri

Forse qualcuno se lo sarebbe aspettato. L’unica prima classe della scuola primaria Antonio Rosmini di Padova è composta da soli alunni stranieri. Per la città veneta è un caso inedito: era già successo alla scuola dell’infanzia, ma mai nelle scuole di grado superiore.

La reazione dei genitori

La creazione di questa classe multietnica, in cui le uniche italiane sono le insegnanti, non è piaciuta, però, a molti. Critici innanzitutto i genitori dei bambini stranieri residenti in città: il Mattino di Padova riporta la testimonianza di un padre egiziano: “Così non va bene. Che tipo d’integrazione, sia linguistica che culturale, ci può essere quando non c’è nessun bambino figlio d’italiani?”. Altri genitori sostengono, invece, che questa situazione si è creata perché c’è stato chi, nel corso del tempo, ha smesso di iscrivere i propri figli alla scuola primaria Rosmini perché troppo frequentata da bambini stranieri.

Commento della preside

La preside della scuola Rosmini, Maria Mapelli, ha commentato: “Quasi tutti i bambini della classe prima in questione sono nati in Italia e parlano bene l’italiano, visto che hanno frequentato, per tre anni, le scuole materne del territorio. Vorrà dire a quest’anno anche alla Rosmini faremo di più per l’integrazione. Non a caso come scuola abbiamo già aderito al progetto del Miur, denominato Fami, che tra le altre cose, prevede l’insegnamento della ‘Lingua Italiana 2’ da parte di docenti assunti esclusivamente per tale funzione, intesi come mediatori per l’intercultura e la coesione sociale in Europa”.

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Alunni stranieri in Italia

Data l’elevata presenza di alunni stranieri, la giunta ha iniziato a rapportarsi con i dirigenti scolastici, proprio per scongiurare le classi ghetto. Nel capoluogo di provincia veneto – citando i dati del Miur – su un totale di 7.065 iscritti alla scuola primaria, gli allievi stranieri sono il 28,2%. Un dato significativo, se confrontato con quello su scala nazionale: dalla consultazione dei dati del ministero dell’Istruzione emerge, infatti, che la percentuale di bambini stranieri nelle scuole primarie italiane è del 10,82%. Su un totale di 2.728029 studenti, sono infatti 295.191 gli allievi con cittadinanza non italiana. Se si guarda al dato globale, ponendo l’attenzione sulle scuole di ogni ordine e grado, la percentuale di studenti stranieri scende al 9,2%.

Il caso di Riace

Il numero di bimbi stranieri varia abbastanza in base alla zona d’Italia che viene considerata. Ci sono posti dove è stata proprio la presenza di persone provenienti dall’estero – e dei loro figli – a ‘salvare’ le scuole. Un caso emblematico per tutti è quello di Riace. Il Comune della locride si è ripopolato in seguito al progetto di accoglienza voluto dal sindaco Mimmo Lucano. L’arrivo di migranti ha salvato il paese dallo spopolamento, riempendo le scuole di bambini e consentendo l’apertura di un asilo nido. Anche questo multietnico, come tutto il paese.

Accoglienza a Ventotene

Di recente un altro piccolo comune si è proposto per accogliere – oltre a bambini orfani – famiglie di migranti e rifugiati, per fare in modo che la sua scuola non muoia. Si tratta di Ventotene: nell’isola dove Spinelli scrisse il manifesto per il futuro dell’Europa, quest’anno rischiava di chiudere la scuola media. Il sindaco allora ha proposto di creare un progetto di accoglienza per ripopolare gli istituti del Comune. All’appello del primo cittadino erano seguite le polemiche dell’opposizione, che sosteneva che la scuola sarebbe stata aperta anche con un solo alunno. Ed in effetti per quest’anno il pericolo è stato scongiurato: le scuole dell’isola restano aperte, anche se con pochi alunni. Due alla scuola media, otto alla primaria. L’anno prossimo, però, il problema potrebbe riproporsi. Il sindaco non ha intenzione di demordere e – nonostante le resistenze di alcuni concittadini – ha ribadito l’invito ai migranti a trasferirsi nell’isola.