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Classifica degli sponsor più ricchi del calcio

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Come fa il Real Madrid a dare oltre 20 milioni (netti) ogni anno a Cristiano Ronaldo? Facile: pagano gli sponsor. Non è l'unico elemento che spiega l'attuale, abissale differenza, a livello economico, tra il calcio italiano e quello inglese, né il motivo maggiore di un tale scarto (in cima c'è ...

Come fa il Real Madrid a dare oltre 20 milioni (netti) ogni anno a Cristiano Ronaldo? Facile: pagano gli sponsor.

Non è l’unico elemento che spiega l’attuale, abissale differenza, a livello economico, tra il calcio italiano e quello inglese, né il motivo maggiore di un tale scarto (in cima c’è la questione degli stadi: eccellenti lì, vetusti e fatiscenti da noi). Ma il sistema delle sponsorship che fa piovere valanghe di denaro sulla Premier League, mentre nella nostra Serie A club anche prestigiosi come la Roma sono privi di jersey sponsor da anni, misura in maniera inequivocabile l’opulenza di un intero sistema – sempre in odore di bolla finanziaria, ma che per ora tiene alla grande – e l’incapacità di rinnovarsi dell’altro. Ecco perché una società tutto sommato modesta come il Leicester può trattenere i suoi top player come Jamie Vardy (contratto rinnovato per 5,5 milioni di euro l’anno), mentre in Italia persino la Juventus è costretta a far partire Paul Pogba a fronte di offerte fuori mercato. Sono gli sponsor che assicurano un flusso di cassa costante e reiterato negli anni – si parla pur sempre di ricchi contratti pluriennali – alle grandi squadre, rifornendo di cash un intero movimento calcistico. È anche un sistema che si autoalimenta: un club ricco e prestigioso può permettersi salari più alti e quindi i calciatori più forti, che a loro volta aumentano l’appetibilità del club sul mercato delle sponsorizzazioni. Non a caso, a fare concorrenza alle ingorde società di Premier, sono soprattutto quei club che sono riusciti a divenire brand internazionali: Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, più il Paris Saint Germain sottoposto alla cura ricostituente qatariota. E l’Italia? Beh, se si pensa che la stessa Juventus, di gran lunga la società italiana che può vantare il fatturato migliore, è costretta a sponsorizzarsi da sola (Jeep è FIAT) e ricava cifre tutto sommato modeste dalla cessione dei naming rights del suo stadio, abbiamo la misura dell’enorme lavoro che la Serie A dovrebbe fare per riqualificarsi.
Ma quali sono i club europei che ricevono le maggiori sponsorizzazioni? Bisogna intanto specificare un elemento. Quello delle sponsorship è un sistema integrato che si fonda essenzialmente su tre elementi: il kit sponsor, conosciuto in Italia come sponsor tecnico, ovvero l’azienda che fornisce i materiali di gioco e di allenamento (divise, tute, borse, eccetera), in cambio della comparsa della propria griffe sugli stessi; il jersey sponsor, ovvero lo sponsor che appare a chiare lettere sulla maglia da gioco, con la specifica che in Italia, da qualche anno a questa parte, ne sono ammessi fino a tre (il Napoli, ad esempio, ha riempito tutte le caselle a disposizione, sul busto del giocatore e sulla schiena sotto il numero); e infine gli stadium naming rights, con un’azienda che garantisce una revenue in cambio del – temporaneo o permanente – sfruttamento dello stadio di proprietà a livello promozionale, anche cambiando il nome allo stesso. L’Italia parte in svantaggio anche qui: come tutti sanno, in attesa che la Roma riceva il via libera alla costruzione del suo stadio, la sola Juventus possiede un impianto di nuova generazione, mentre Udinese e Sassuolo hanno ottenuto vantaggiose concessioni pluridecennali su impianti già esistenti e ristrutturati all’uopo.
Nella top 10 delle sponsorship più vantaggiose, proprio la Juventus è l’unica italiana presente, al nono posto con un totale di 53 milioni annuali. Con due specifiche: primo, il jersey sponsor è, come già detto, un’altra azienda della galassia Exxor; secondo, il contratto della Juventus con Nike è in scadenza, e quello nuovo con Adidas, in vigore dalla prossima stagione, garantirà un’ulteriore salto in avanti sul piano economico. Sotto la Juventus, nella classifica dei dieci club più sponsorizzati, c’è il solo Paris Saint Germain: 51 milioni dalla combo Nike-Emirates. Risalendo la china, è un monologo anglo-ispanico con una sola “intrusa”. All’ottavo posto, c’è il Manchester City: 17 milioni da Nike, 57 da Etihad, fanno 74 milioni. Al settimo, il Liverpool che beneficia di un ricco contratto con la rampante azienda di abbigliamento sportivo New Balance: essendo il suo cliente di punta, la compagnia americana beneficia la squadra di Jürgen Klopp di 36 milioni; cui vanno sommati i 43 milioni di Standard Chartered, per un totale di 79 milioni. Forte di 40 milioni provenienti da Nike – ma il prossimo rinnovo farà schizzare l’indotto verso l’alto – e di 41 forniti da Qatar Sports – vedi sopra -, il Barcellona si attesta al sesto posto con 81 milioni. Al quinto, invece, c’è l’Arsenal, unica squadra Puma del lotto: per non perdere anche il suo ultimo baluardo, l’azienda tedesca sborsa 43 milioni, gli stessi che Emirates elargisce per il combinato disposto jersey sponsor-stadium naming rights, per un totale di 86 milioni. Ai piedi del podio, il Chelsea: il rinnovo milionario con Adidas – 41 milioni – e il nuovo supercontratto con gli pneumatici Yokohama – 57 milioni – determina un totale di 98 milioni. Il tetto dei cento lo si sfonda issandosi sul podio: il Bayern Monaco inanella 68 milioni da Adidas, 34 da Deutsche Telekom e 9 da Allianz per i naming rights, per un totale di 111 milioni. Secondo posto per il Manchester United, che ha da poco rinnovato il proprio parco sponsor, scatenando una vera e propria asta: l’hanno vinta – si fa per dire – la Adidas che paga 107 milioni l’anno come kit sponsor, la Chevrolet che ne paga 80 come jersey sponsor, mentre AON per lo sfruttamento dell’Old Trafford ne sborsa 9; il totale dà l’impressionante cifra di 209 milioni, un’enormità considerati i magri risultati della squadra negli ultimi anni. Ma il club calcistico più amato dagli investitori commerciali rimane il Real Madrid: 158 milioni annuali da Adidas, 34 milioni da Emirates e persino 28 milioni dal governo degli Emirati Arabi Uniti per lo sfruttamento dello stadio: il totale fa 220 milioni annui. Insomma, la copertura finanziaria del rinnovo di Cristiano Ronaldo è garantita.