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Col nuovo catasto a Milano, comprare casa da un privato potrebbe costare il 127% in più di imposte

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Si parla (o meglio si riparla, visto che Prodi ci aveva provato nel 2006, ma era stato stoppato dalla fine anticipata della legislatura) di riforma degli estimi catastali. Sia ben chiaro, però, che non si tratta di una soluzione indolore. Basti prendere alcuni dati che riguardano la città di Milan...

Si parla (o meglio si riparla, visto che Prodi ci aveva provato nel 2006, ma era stato stoppato dalla fine anticipata della legislatura) di riforma degli estimi catastali. Sia ben chiaro, però, che non si tratta di una soluzione indolore. Basti prendere alcuni dati che riguardano la città di Milano. Che vedrebbe un aumento esponenziale delle tasse per gravano sulle abitazioni in vendita: dal 60 al 200% per l’Imu, dal 130 a oltre il 350% sull’acquisto di prima casa; dal 113 al 323% per chi compra una casa senza agevolazioni. Questi numeri derivano da uno scenario ancora ipotetico, che si verificherebbe se il Catasto adeguasse i valori fiscali a quelli di mercato mantenendo ferme le aliquote in vigore oggi. A questi numeri, concorre il fatto che la base imponibile per tutte le tre imposte considerate diventerà il valore di mercato, mentre oggi si adoperano le vecchie rendite con un sistema di calcolo estremamente farraginoso. La rendita catastale è il canone che il proprietario potrebbe ricavare dando l’immobile in locazione per un anno. Fino al 31 dicembre di quest’anno la rendita catastale, se non riguarda l’abitazione del proprietario o un’abitazione data in affitto, viene considerata alla stregua di un reddito imponibile, mentre dal primo del nuovo anno, la cosiddetta Irpef fondiaria sparirà del tutto, venendo assorbita dall’Imu. L’imponibile IMU per effetto del nuovo regime, aumenterebbe per le seconde case del 127% e una abitazione che oggi è valutata 100.000 euro verrebbe rivalutata sino a 227.000 euro, con un aumento delle imposte da 10.000 e 27.700 euro. Nessun problema, invece, per chi acquisterebbe da un costruttore: in questo caso, infatti, si paga l’Iva, che viene già calcolata non sul valore fiscale ma sul prezzo che viene fatturato. Come si può notare, una bella serie di problemi da risolvere prima di mandare a regime la riforma.

Una via di Milano