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Come avere i mi piace su Facebook

Come aumentare traffico pagina facebook

Alcune piccole - ma non per questo trascurabili - regole di buon senso per aumentare il numero di mi piace su una pagina Facebook da voi gestita. Supponiamo che abbiate un'azienda, o un'attivita commerciale. Oppure ancora supponiamo che abbiate formato una band musicale. Altro esempio: avete messo ...

Alcune piccole – ma non per questo trascurabili – regole di buon senso per aumentare il numero di mi piace su una pagina Facebook da voi gestita.

Supponiamo che abbiate un’azienda, o un’attivita commerciale. Oppure ancora supponiamo che abbiate formato una band musicale. Altro esempio: avete messo su un’associazione culturale, la destinazione di scopo sceglietela pure voi. Avete fondato una rivista indipendente. Una compagnia teatrale. Un club dedicato a un’attività ricreativa precipua (anche in questo caso, libertà di scelta). Una squadra di calcetto. Cosa accomuna tutte queste esperienze così eteroclite? Semplice: nella società digitale, il modo migliore per farne conoscere le “gesta” è creare una pagina social, magari su Facebook. Il motivo è semplice e duplice: in primis, è un sistema facile, gratuito e immediato per avere una vetrina dalla quale far brillare la propria merce o le proprie capacità; secondariamente, si può contare su un bacino di potenziali seguaci praticamente infinito. Tuttavia, perché i seguaci non rimangano solo a livello potenziale, è bene “nutrire” le proprie attività di social marketing. Cosa possibile anche se non si possiedono conoscenze specifiche in materia.
Dunque, come ottenere un numero considerevoli di mi piace da Facebook senza utilizzare deprecabili tecniche di clickbaiting? Intanto, chiariamo un aspetto di puro buon senso: avere dei mi piace tanto per averne, può essere utile per chi gestisce una semplice fanpage (ad esempio di un cantante o di un personaggio televisivo), ma anche in quel caso ciò è vero solo fino a un certo punto. Perché sempre più, a fare la differenza, su Facebook non è tanto totale il numero di liker quanto le interazioni, le condivisioni, i commenti. In una parola, i cosiddetti utenti attivi. Il resto, se non è zavorra, ci va molto vicino. Quindi è pressoché inutile andare in giro per la rete a elemosinare un like in più solo per veder muovere il proprio contatore: meglio un numero di mi piace relativamente contenuto che un numero più ampio, ma sostanzialmente inerte, che non metterà mai piede nel vostro negozio, né verrà a vedervi a teatro, né andrà a comprare l’album realizzato dall’artista di cui vi state sforzando di promuovere la pagina. Facebook, come tutti i social network, non è perfetto, ma cerca di fare il possibile per promuovere la trasparenza. Ecco perché, ad esempio, quelle aziende – anche celebri, in alcuni casi – che hanno investito somme considerevoli per acquistare “pacchetti” di like di profili fasulli (ebbene sì, esistono anche queste pratiche perverse), al solo fine di mostrare uno stato di salute artificialmente florido da parte delle loro pagine social, si sono trovate a gestire una evidente discrasia tra gli ipertrofici dati dei contatti digitali e il tutto sommato modesto volume delle vendite certificato come proveniente da tali contatti. E alla fine hanno dovuto convenire sul fatto di aver fatto un investimento sbagliato.
Per ottenere like in maniera pulita e trasparente, bisogna procedere in maniera lineare. Esistono dei sistemi per ampliare il proprio giro di contatti senza incappare nello spamming, mantenendo sempre un certo livello di discrezione e un coefficiente di invasività sotto il limite dell’accettabile. Intanto, la cosa più logica da fare è affidarsi alla “complicità” dei propri amici di Facebook. Avendo però cura di distinguere tra amici che sono tali anche nella vita reale, e che quindi non vi negheranno un favore, e persone che avete come amici sul vostro profilo per altri motivi (lavoro, scuola, interessi comuni) o anche senza un reale motivo (sono più di quanti immaginiamo). Ai primi potrete sicuramente chiedere di condividere sui loro profili il link della pagina che intendete diffondere: in fondo, non è altro che la versione digitale della forma di pubblicità più antica del mondo, e che non passa mai di moda, il caro vecchio passaparola.
Un altro sistema quasi “blindato” per avere un buon riscontro in termini di aumento dei contatti è affidarsi alle inserzioni a pagamento che Facebook mette a disposizione. Il social network di Mark Zuckerberg, infatti, ha una sezione business nella quale è possibile settare una serie molto ampia di parametri per indirizzare nella maniera migliore la ricerca pubblicitaria. È dunque sufficiente impostare i parametri base, come la pagina che si intende reclamizzare, il titolo della campagna e gli obiettivi che si desidera raggiungere. Facebook offre anche la possibilità di fissare un tetto di spesa, e la campagna avrà una diffusione commisurata alla cifra stanziata: in questo modo, avrete sempre sotto controllo i flussi di cassa in uscita.
Terzo accorgimento da adottare: l’integrazione con gli altri social network. Facebook incoraggia soprattutto l’abbinamento con Instagram, ma impostare una campagna – gratuita o a pagamento, sotto questo aspetto non c’è differenza – multipiattaforma, sfruttando tutti gli strumenti che l’universo social mette a disposizione è sicuramente l’espediente più efficace per garantirsi un rapido ritorno d’immagine. Quindi non abbiate timore di muovervi parallelamente fra Facebook, Twitter, Google + e il già citato Instagram.
Quarto accorgimento. Muoversi tra i vari profili, gruppi e fanpage per favorire l’autopromozione. Vi avevamo infatti raccomandato di non scendere al livello di clickbaiting molesto o di spamming. Tuttavia, c’è anche un modo discreto di entrare in casa d’altri: basta presentarsi e chiedere permesso. Su Facebook si fa allo stesso modo: si entra in un gruppo, ci si presenta, e poi si chiede con educazione – in genere ai moderatori – se è possibile condividere qualche contenuto. Importante è capire quando e dove fermarsi, e soprattutto misurare la congruità della propria richiesta: difficile (oltre che logico), infatti, che vi facciano reclamizzare il vostro torneo di burraco su una pagina dedicata alla nazionale di rugby. Se invece siete nel posto giusto, che raccoglie persone con interessi affini al tema della pagina che intendete reclamizzare, e se avete la fortuna di imbattervi in moderatori ragionevoli, avrete trovato un canale in più sul quale inserire la vostra pubblicità. Tenete presente che spesso, soprattutto quando si tratta di fanpage, ci si può imbattere nella pratica, sempre più diffusa, dello scambio di condivisioni: io condivido la tua pagina sulla mia, tu fai lo stesso con la mia pagina sulla tua.
Infine, ricordate che una pagina social necessita di essere mantenuta attiva. Se non vengono pubblicati nuovi post con cadenza fissa (diciamo, come minimo, uno al giorno), anche i liker più fedeli finiranno, nel migliore dei casi, per disinteressarsene. D’altronde, se voi per primi date modo di vedere che non provate grande interesse per i destini della vostra pagina, perché gli altri non dovrebbero fare lo stesso? Anche la qualità dei post deve essere curata: ben scritti, interessanti, sintetici e possibilmente – se l’argomento lo permette, naturalmente – spiritosi. Corredare il post con una o più immagini aiuta, ma anche in questo caso occhio alla qualità, o si rischia di incorrere nel classico effetto boomerang: detto in altri termini, un’immagine inappropriata può rivelarsi un deterrente anziché un incentivo. In ultimo, bisogna sempre tenere a mente che una buona attività social difficilmente si realizza se non è accompagnata da una analoga socialità nella vita reale. E questo, forse, è l’aspetto più banale, ma anche quello di cui molti tendono a dimenticarsi.