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Come diventare insegnante: titolo di studio e competenze

professore

Diventare insegnate è sempre più difficile: i requisiti richiesti variano al variare delle materie e al grado di scuola preferito.

Insegnare è un’arte; apprendere è un’abilità. Per trasmettere la cultura è importante costruire una relazione con lo studente, fargli capire l’importanza delle informazioni e la bellezza della conoscenza. Saper attirare l’attenzione dei ragazzi è sempre più difficile, ma un buon professore è in grado di trovare i metodi di engagement più efficaci per riuscire nella sua missione. Per diventare insegnante, infatti, non basta seguire un certo percorso di studi e superare una serie di concorsi.

È importante anche suscitare interesse nell’alunno, per fargli capire che la conoscenza non si sviluppa solo con lo studio, ma nasce anche e soprattutto dalla passione e dalla curiosità personale. Diventare insegnate è sempre più difficile: i requisiti richiesti variano al variare delle materie che si intende scegliere. Inoltre, esistono percorsi differenti per le diverse tipologie di istituti di riferimento: scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo o secondo grado… Vediamoli insieme in queste semplice guida.

Insegnante di scuola dell’infanzia e primaria

Per lavorare a contatto con i bambini più piccoli esistono due possibili percorsi, entrambi professionalizzanti sia per la scuola dell’infanzia sia per quella primaria. Il primo percorso prevede il conseguimento di un titolo di laurea in Scienze della formazione primaria. Infatti, secondo l’articolo 6, L. 169/2008, l’esame di laurea presso questa facoltà specifica è abilitante per la professione di insegnante della scuola dell’infanzia e di quella primaria. In alternativa, occorre possedere un diploma magistrale conseguito entro il 2002, al quale aggiungere 24 CFU in materie socio-psico-pedagogiche. Con entrambi i titoli elencati sopra è possibile iscriversi alle graduatorie per le supplenze o partecipare ai concorsi per l’insegnamento banditi dal Miur.

Insegnante di scuola secondaria

Ambire a questo titolo richiede, come si può immaginare, un percorso un po’ più complesso rispetto al precedente. Esistono anche in questo caso diverse possibili soluzioni. Secondo il Vecchio Ordinamento, basato sul Decreto Ministeriale n. 39 del 30 gennaio 1998, basterebbe conseguire una laurea quadriennale o quinquennale con uno specifico piano di studi. Seguendo il Nuovo Ordinamento, l’unica differenza è il conseguimento di una laurea magistrale, ma sempre con piano di studi specifico. Altre possibilità comprendono il conseguimento di un diploma accademico di II livello (Conservatorio, Accademia, Danza), un diploma ISEF (per l’insegnamento di Educazione Fisica), o un semplice diploma di scuola superiore (per insegnanti tecnico-pratici). La laurea breve o quella magistrale è requisito necessario per accedere al concorso: in base alle differenti discipline insegnate si dovranno poi conseguire un certo numero di CFU.

Nel caso in cui il titolo di laurea non comprenda determinati insegnamenti necessari per la partecipazione al concorso, è possibile iscriversi a corsi aggiunti per ottenere i CFU mancanti. Successivamente si può fare richiesta per le supplenze. Da quest’anno, chi non avrà maturato almeno 3 anni di servizio in una scuola dovrà aggiungere ai requisiti esposti sopra anche 24 CFU in materie pedagogiche ed in metodologie didattiche. Una volta superato il concorso, i futuri insegnanti non dovranno più seguire il FIT, ovvero una sorta di addestramento di tre anni con esame finale, ma si limiteranno ad un anno di prova. Nel caso in cui ottenesse il ruolo, l’insegnante dovrà rimanere nella scuola dove ha svolto l’anno di prova per almeno 4 anni.