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Come si scrive efferrato ed efferato

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Spesso, anche a chi scrive in maniera fluida e con scioltezza, sorgono dei dubbi circa la correttezza di alcuni termini nella grammatica italiana. Si tratta per lo più di parole in cui può trarre in inganno l’utilizzo o meno delle doppie, come nel caso di efferrato ed efferato. La corretta ac...

Spesso, anche a chi scrive in maniera fluida e con scioltezza, sorgono dei dubbi circa la correttezza di alcuni termini nella grammatica italiana. Si tratta per lo più di parole in cui può trarre in inganno l’utilizzo o meno delle doppie, come nel caso di efferrato ed efferato.

La corretta accezione è “efferato” (quindi con una sola “r”) e sta a significare “inumano, barbaro, feroce, che non ha pietà”. Questo aggettivo si riferisce non ad una persona, ma ad un gesto, ad un sentimento. Per esempio: si dice di un delitto che è efferato; oppure “provare un odio efferato verso qualcuno”.

Il termine “efferato” proviene dal latino “efferatus”, participio passato di “efferare”, ossia “rendere selvaggio”. L’aggettivo da cui deriva è “ferus”, che significa appunto “feroce”.

Sempre dalla stessa radice deriva l’avverbio “efferatamente”, che significa “ atto compiuto con inumana ferocia”.