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Piemonte autonomo, Molinari (Lega Nord): "Ecco il nostro progetto"

Piemonte autonomo

In attesa del Referendum di Lombardia e Veneto, è nato il Comitato Promotore per il Referendum dell’Autonomia del Piemonte, guidato dalla Lega Nord.

In attesa del referendum di Lombardia e Veneto, ci sarà anche un Piemonte autonomo? L’iniziativa è partita: lunedì è stato presentato a Chivasso il Comitato per promuovere il referendum sull’autonomia della Regione Piemonte. Il comitato è stato promosso da volti noti della Lega Nord Piemonte: da Riccardo Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont, a Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria) e Alessandro Canelli, sindaco di Novara.

Piemonte autonomo

Nato il 27 settembre a Torino, il Comitato è stato presentato lunedì a Chivasso. I componenti dell’iniziativa sono “amministratori locali e nomi importanti della politica piemontese, come Riccardo Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria, Alessandro Canelli, sindaco di Novara, Pietro Ragionieri, esperto della Commissione Cultura del Comune di Torino, Alessandro Benvenuto, consigliere regionale, Gianna Gancia, capogruppo in Regione Piemonte, Igor De Santis, sindaco di Ingria (TO), Alberto Preioni, sindaco di Borgomezzavalle (VCO), Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia (VC), Cristina Patelli, consigliere comunale di Zumaglia (BI) e Paolo Lanfranco, sindaco di Valfenera e vicepresidente della Provincia di Asti”, come si legge sulla pagina Facebook di Riccardo Molinari.

Molinari: “Rivendichiamo specialità”

In conferenza stampa, Riccardo Molinari ha presentato il Comitato Promotore per il Referendum dell’Autonomia del Piemonte: “Siamo una regione di 1206 comuni, un caso atipico nel quadro italiano: la regione che in proporzione ha più comune, alcuni piccoli e piccolissimi. per il 50% il territorio è montano, abbiamo tutto il diritto e tutto il titolo per rivendicare una sua specialità e una sua autonomia. A Costituzione vigente, con un processo assolutamente legale, è possibile chiedere margini di autonomia: è chiaro che il nostro obiettivo politico è quello di trasformare tutta l’Italia in uno Stato federale, partiamo da quello che possiamo fare nel contesto vigente”.

“Comitato non ha bandiere politiche”

Continua Molinari, Segretario Nazionale Lega Nord Piemont ed Assessore del Comune di Alessandria al commercio, attività produttive, turismo e sport: “Abbiamo vinto una battaglia fondamentale un anno fa con il No alla riforma della Costituzione firmata Renzi che non ci avrebbe permesso oggi di essere qui – prosegue Molinari per il Piemonte Autonomo – l’articolo 116 sarebbe stato modificato e le regioni non avrebbero più potuto rivendicare maggiore autonomie e maggiori fondi. A distanza di un anno siamo qui per fare il passo successivo. Con Chivasso c’è un legame storico con la storia del federalismo e dell’autonomia piemontese italiano. La diatriba centralismo-federalismo è iniziata prima dell’unità nazionale. La Lega Nord si batte da trenta anni per il federalismo, ma questo comitato non ha bandiere politiche: come presidente abbiamo scelto un uomo come Ragionieri, non conosciuto come uomo della Lega ma come uomo di cultura, che ha collaborato con Gipo Farassino e che ha diretto il Teatro Stabile di Torino e molto altro. E’ la figura migliore per rappresentare l’apertuta al Comitato a tutti. I fondatori del comitato per il resto sono amministratori locali o consiglieri regionali”.

Piemonte autonomo, i vantaggi

Intervenuto ai microfoni di Torino-Canavese TV, Riccardo Molinari ha parlato dei possibili vantaggi che comporterebbe l’autonomia della Regione Piemonte: “Vogliamo ottenere un risultato garantito dalla nostra Costituzione: è previsto che le regioni possano contrattare con lo Stato maggiori concessioni in materia di autonomia, chiedendo più competenze legislative e di conseguenza le risorse fiscali per attuarle. Vogliamo seguire lo stesso percorso che hanno avviato Lombardia e Veneto – continua Molinari – chiedendo una consultazione popolare per aver peso politico e contrattare con Roma questa autonomia. Serve un referendum perché è necessaria una spinta popolare per legittimare i governi regionali, in questo caso quello del Piemonte. Cosa comporterebbe? La nostra regione ha un residuo fiscale attivo di 10 miliardi di euro l’anno, ogni anno i cittadini piemontesi regalano allo Stato centrale 10 miliardi di euro delle loro tasse che vengono spese nella finanza generale. Si potrebbero mantenere gran parte di questi fondi sul nostro territorio – continua Riccardo Molinari – che ci permetterebbero di sviluppare la politica sanitaria che salvi presidi ospedalieri di montagna”.

L’opinione pubblica per pungolare Chiamparino

“Serve mobilitare l’opinione pubblica fuori dal palazzo per pungolare il presidente Chiamparino e garantirci il diritto al voto, per poter così trattenere parte dei 10 MLD di euro di tasse che il Piemonte regala allo Stato centrale ogni anno. Solo così queste risorse potranno rimanere sul nostro territorio per creare sviluppo e favorire una maggior assistenza sociale e sanitaria nella Regione Piemonte”, questo il testo che si può leggere sulla pagina Facebook ufficiale del Comitato Promotore per il Referendum dell’Autonomia del Piemonte. Dopo Lombardia e Veneto, che andranno al voto il prossimo 22 ottobre 2017, anche il Piemonte scende in campo per rivendicare l’autonomia dallo stato centrale: referendum in vista anche per i cittadini piemontesi.