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Comportamenti antisociali, la risposta nell'anatomia del cervello

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Recenti ricerche dimostrano che alcuni comportamenti antisociali dipendono dall'anatomia del cervello. Risposta scientifica ad un problema sociale. Uno studio condotto dall'Università Tor Vergata di Roma ha dimostrato che gli individui con comportamenti antisociali presentano delle significative d...

Recenti ricerche dimostrano che alcuni comportamenti antisociali dipendono dall’anatomia del cervello. Risposta scientifica ad un problema sociale.

Uno studio condotto dall’Università Tor Vergata di Roma ha dimostrato che gli individui con comportamenti antisociali presentano delle significative differenze nell’anatomia cerebrale.
Confrontando diversi soggetti è emerso che coloro che hanno un disturbo comportamentale presentano una corteccia cerebrale meno spessa. La causa va ricercata nel minor numero di correlazioni tra le le parti del cervello.

I dati desunti dai campioni, per ora, confermano l’ipotesi dei ricercatori. Confrontando 58 giovani con disturbi sociopatici e 25 soggetti non affetti da alcuna problematica psichiatrica, gli studi mostrano che negli individui del primo gruppo la corteccia cerebrale presenta significative riduzioni di spessore. Se parti simili si sviluppano in modo simile, come si spiegano queste sostanziali differenze nello sviluppo?

Secondo alcuni, si tratta di una conclusione troppo semplicistica mirata a ridurre a mero fatto “anatomico” una questione complessa e la socialità di un individuo non è una tematica semplice da affrontare. Ad influenzare il comportamento di un individuo partecipano molti fattori: ambientali e familiari per esempio e voler ridurre il meccanismo di costruzione dell’io e del rapporto io-altri ad un fatto anatomico è illusorio.

E’ anche vero però che molti disturbi mentali sono spesso riconducibili a danni cerebrali, ad esempio nel caso del morbo di Alzheimer. E riuscire a confermare in modo assoluto che anche questo disturbo ha una radice anatomica consentirebbe di migliorare i trattamenti.

Attualmente, i comportamenti antisociali sono affrontati con diverse terapie: dialogo terapeutico, psicologia o – nei casi più gravi – psichiatria. In altri casi invece si cerca di individuarne l’origine: droga, alcoolismo e simili. Riuscire a confermare l’origine anatomica di questi disturbi antisociali consentirebbe di agire in modo più incisivo e diretto, diminuendo anche il tempo di guarigione dei soggetti.